Corriere dello Sport

Alcaraz: «Djokovic, ti aspetto in finale»

- Di Christian Marchetti ROMA

«Benvenuto, Carlos», «Benvenuto!», «Carlos, benvenuto a Roma». Carlos Alcaraz ha tutta l'aria di aver già colleziona­to un centinaio di questi messaggi, ma ha anche il viso del ragazzino per il quale è tutto nuovo.

Del resto è la prima esperienza al Foro Italico che, comunque andrà, gli riconsegne­rà la palma di numero 1 al mondo due mesi dopo l'ultima volta.

PAROLACCIA. Lo diverte tutto, lo ha divertito persino quella parolaccia italiana sentita durante la battaglia dell'autografo che si è scatenata al suo primo allenament­o romano. Parolaccia rivolta a lui? Vallo a capire nella calca...

Oggi, il ventenne di Murcia giocherà il derby spagnolo contro Albert Ramos, poi magari farà il turista, giacché «da quando sono qui ho fatto due allenament­i e non ho visto nulla. Vorrei farlo».

KIKO.

Alcaraz è comunque legato all'Italia da ricordi dolcissimi, «come il mio primo titolo Challenger». Ossia la vittoria a Trieste del 2020, battendo

Musetti in semifinale e Bonadio in finale. «Sono cresciuto molto giocando da voi».

Non che il processo sia stato facile, anzi... Maledettam­ente complicati pure gli inizi, resi possibili grazie alla sponsorizz­azione di una pasticceri­a e all'opera di Kiko Navarro, suo coach prima dell'arrivo di Juan Carlos Ferrero.

CALMA. «Da giovanissi­mo ero una persona completame­nte diversa e probabilme­nte non mi sono divertito come invece mi sto divertendo adesso. Mi arrabbiavo, mi lamentavo continuame­nte, lanciavo la racchetta. Ho iniziato a calmarmi, a controllar­e le mie emozioni. Ho iniziato, appunto, a divertirmi. E Kiko mi è stato vicino».

Con il 35enne Ramos, oggi numero 72, Alcaraz ha già vinto tutti e tre i precedenti, giocati proprio sulla terra. L'ultimo, un tiratissim­o secondo turno al Roland Garros con successo al set decisivo. «Dovrò giocare bene, cercando di godermela. È bello essere qui ed è bella l'idea di poter divertire i tifosi italiani».

IL MIGLIORE.

Passa dall'inglese allo spagnolo per spiegare poi ai giornalist­i suoi connaziona­li di sentirsi molto bene fisicament­e, di aver avuto parecchio tempo per preparare al meglio il torneo. Di avere «moltissima voglia di vincere a Roma», ma anche un sogno: «Diventare il miglior giocatore di sempre. È molto complicato, ma sto facendo di tutto per perseguirl­o».

RIVALI. A quanto pare, il pensiero del numero 1 tuttavia non lo condiziona, anche perché «pur essendo qualcosa di bello non cambierà nulla. I rivali? Il più pericoloso è sempre quello dentro di te. Bisogna scegliere le cose giuste al momento giusto. Ed è davvero difficile, perché abbiamo soltanto pochi secondi».

D'accordo la filosofia, però ci sarà anche la possibilit­à per Carlitos di tornare a incrociare la strada di Novak Djokovic. «Ritrovarlo nello stesso torneo, averlo qui e imparare da lui è fantastico. Spero di incontrarl­o in finale».

Al Foro Italico, sono però in molti a volere quella finale con Sinner.

«Il mio sogno? Quello di diventare il miglior giocatore di sempre»

 ?? GETTY ?? Carlos Alcaraz, 20 anni
GETTY Carlos Alcaraz, 20 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy