Sinner sveglia il Foro Italico «Bello così»
Ieri mattina il pubblico ancora sonnolento si è animato con Jannik contro Kokkinakis «Mi piace giocare presto, poi si ha la giornata davanti. Il primo turno non è mai facile, sono contento»
Cielo grigio e atmosfera sonnolenta. Si è presentato così ieri mattina il Foro Italico per l'esordio in tabellone di Jannik Sinner. Troppo lontano il Gianicolo per far affidamento al boato delle salve del suo infallibile cannone. A ridestarlo ci ha pensato così il numero uno azzurro. Non uno, non due: ma ben dodici rintocchi consecutivi, tre game, un repertorio di colpi che si è abbattuto sul Centrale spazzando via gli ultimi residui di sonnolenza del pubblico, e con lei un Thanasi Kokkinakis ridimensionato in breve allo status di sparring partner. Raccontava Niels Liedholm che una volta a San Siro scoppiò un grande applauso perché finalmente, dopo anni, lo svedese aveva fallito un passaggio. Identico copione vissuto ieri in occasione del primo punto dell'australiano e del primo gratuito concesso lui dall'azzurro. Più delle percentuali e dei minuti trascorsi in campo - 80' con il 96% di punti messi a segno con la prima di servizio - a stupire è stata l'impressione generale destata dall'altoatesino. Quanta differenza rispetto al giocatore incerto e fragile di un anno fa. Quanti progressi, quanta sicurezza in più a dettarne colpi e tenuta del campo.
«I match di primo turno non sono mai facili - ha spiegato Sinner - per questo sono molto contento dell'avvio di partita avuto oggi (ieri ndc). Non è stato semplice, anche se il punteggio potrebbe suggerirlo».
Una prestazione che non ha risentito dell'orario di gioco? «Non mi crea problemi giocare presto, anzi, mi piace farlo al mattino perché una volta chiuso il match hai finito la tua giornata».
Soprattutto una gara priva di qualsiasi sbavatura tale da mettere in discussione gli innesti apportati al suo gioco sin qui: «Abbiamo lavorato tanto sul servizio, abbiamo cambiato qualcosa, il timing sulla palla, il movimento».
Un livello ormai acquisito, consolidato. Indietro non si torna. La curiosità, una volta completata la sua crescita muscolare sarà da individuare dove e quali possano essere i suoi ulteriori margini di crescita. A partire dal prossimo match che lo attende domani contro il russo Shevchenko, carnefice due mesi fa di Matteo Berrettini in quel di Phoenix.
Pressione e aspettative non sembrano spaventarlo: «Sento la pressione di essere uno dei protagonisti qui a Roma, ma è una pressione positiva».
E sfilarsi dal novero dei favoriti - «Dico Alcaraz e Djokovic: il primo ha vinto a Madrid e Nole, anche se in passato ha fatto fatica, ha poi sempre finito col ritrovarsi» - più che scaramanzia, è solo il modo in cui pare anch’egli restar concentrato sulla strada che ha di fronte in attesa di scoprire il panorama di là dalla prossima curva.