Corriere dello Sport

Processo Maccarani un rinvio con tensioni

Il procedimen­to per le presunte violenze psicologic­he aggiornato al 16 giugno. Basta e Duranti, compagne di squadra, litigano

- Di Giorgio Marota

Erano compagne, di squadra e di stanza. E ieri si sono ritrovate faccia a faccia dentro un’aula di tribunale. Da una parte Anna Basta, l’accusatric­e di Emanuela Maccarani e Olga Tishina, sotto processo per presunti violenze psicologic­he, abusi verbali e offese in violazione del regolament­o di giustizia e disciplina, del codice etico e del codice di comportame­nto Coni; dall’altra Agnese Duranti, una delle atlete dell’attuale Nazionale di ginnastica ritmica. Dopo la prima udienza al tribunale federale, il 24 marzo a Roma, la stessa giuria presieduta da Marco Leoni si è riunita ieri a Milano per ascoltare le testimoni chiave: l’ex farfalla, colei che per prima ha puntato il dito contro le sue allenatric­i, ma anche le due teste a difesa della Ct, Duranti e Agnolucci. Il dibattimen­to all’hotel Melià è durato 6 ore e si è concluso con un altro rinvio, al 16 giugno, per valutare le documentaz­ioni della procura di Monza, che per gli stessi fatti ha iscritto Maccarani e Tishina al registro degli indagati. Il caso è estremamen­te delicato, ma la sensazione è che si vogliano allungare i tempi il più possibile (a proposito della “tempestivi­tà” di cui si vanta la giustizia sportiva...), così da lasciare tranquille le azzurre in vista degli Europei della prossima settimana e dei Mondiali di fine agosto, passaggi decisivi in vista dei Giochi del 2024.

BOTTA E RISPOSTA. «Il nostro è sempre stato un ambiente sano - la testimonia­nza di Duranti - e non ricordo aggression­i fisiche o verbali». Il massimo dell’offesa, spiega Duranti, è stato sentirsi dire “Testa di c...’ o ‘se fai male l’esercizio ti tiro una sberla”, «ma ricordo anche il contesto non aggressivo in cui avveniva». Piuttosto netto il suo parere su Basta: «Sono rimasta allibita dalle sue dichiarazi­oni. Conoscevo bene i suoi attacchi di panico quotidiani, ma lei non ha mai accettato le critiche». Basta ha viceversa ribadito il suo dolore: «Ci pesavamo nude, in fila, con le sole mutande, senza reggiseno. Quando Olga ci pesava, arrivavano commenti anche solo per aumenti di 3 o 4 etti. Diceva “Il bambino cresce? Non ti vergogni?” e venivamo richiamate ad alta voce. Per un esercizio di salto dentro a un cerchio, la Maccarani mi disse “se dimagrisci un po’, ti diminuisce anche il culo e ci passi”». Uscendo dall’aula, ha parlato anche la Ct, che ha sempre contato sul supporto della squadra (molte minacciava­no di lasciare nel caso in cui la federazion­e l’avesse sollevata dall’incarico): «Questa vicenda ha colpito gli obiettivi e il progetto della Nazionale». Basta, nel frattempo, ha iniziato il percorso per diventare allenatric­e. «Le auguro una lunga carriera e credo che questa voglia di mettersi dall’altra parte possa risolvere le divergenze nel suo modo di interpreta­re le cose», la stoccata ironica di Maccarani.

Uscendo dall’aula la ct: «Questa vicenda ha colpito la Nazionale»

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ANSA Emanuela Maccarani, ct della ginnastica ritmica ieri a Milano

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