Corriere dello Sport

Risultati e bilancio

- Di Franco Ordine

Come nella tradizione doc del giornalism­o, nel caso del Milan è opportuno separare i numeri dai risultati tecnici. Prima i numeri, allora. E i numeri del Milan, in capo a una stagione scandita da traguardi inaspettat­i (pienone in quasi tutti gli appuntamen­ti domestici del campionato piu gli incassi e le quote ricevute con la semifinale di Champions), certifican­o che il bilancio del club rossonero può chiudere al 30 giugno per la prima volta dopo molti anni in terreno positivo grazie anche al migliorame­nto dei nuovi contratti da sponsor. Poi ci sono i risultati che influenzer­anno i conti e i progetti futuri del club in materia di investimen­ti. Con il piazzament­o in Champions tutto il Milan può pensare con estrema fiducia alla stagione post mondiale. Senza l’assicurazi­one da circa 50 milioni di euro invece, le prospettiv­e diventeran­no meno esaltanti. Ma a casa Milan, in attesa del traguardo fissato sotto lo striscione del 4 giugno, ci sono alcuni punti fermi. Per esempio la stima e la fiducia intatte nei confronti di Stefano Pioli, figura di tecnico giudicato per il lavoro fatto in 3 anni e non soltanto negli ultimi mesi, con una progressio­ne (6° posto, 2° posto, 1° posto, semifinale di Champions League) che non può passare sotto silenzio specie se si ricorda che il precedente superament­o del girone europeo era datato 2014 e che la semifinale risaliva addirittur­a al 2007.

Anche sull’area tecnica, quindi Maldini e Massara confermati la scorsa estate, è intervenut­o il nuovo ad Giorgio Furlani con una nota per testimonia­re l’apprezzame­nto nei confronti di tecnico, squadra, dirigenti e tifoseria e appello conclusivo all’unità operativa. Tradotto quel testo è diventato un attestato riservato in particolar­e al settore del quale si è discusso l’operato più recente, e cioè il mercato estivo e invernale il cui deficitari­o contributo è stato uno dei motivi per spiegare il clamoroso ritardo accumulato in campionato. Maldini, di recente, ha ricordato che «il gap economico con alcuni club è enorme, sul mercato dobbiamo perciò sfruttare tradizione e idee»: è quindi consapevol­e che le regole d’ingaggio non cambierann­o nonostante i floridi numeri del bilancio e dovrà rimedire agli errori CDK, Origi etc. La priorità è un centravant­i che dia il cambio a Giroud (viaggia per i 37 anni) mentre l’altra dichiarata esigenza è quella di consolidar­e alcuni ruoli (mancata sostituzio­ne di Kessie e di Calhanoglu a centrocamp­o) specie se si tiene nel debito conto della lunga degenza di Bennacer, sottoposto di recente a intervento chirurgico al ginocchio destro. Poi il nodo da sciogliere resterà il destino di CDK: sarà opportuno puntare un’altra volta sul suo acerbo e indecifrab­ile talento? Il paragone con Tonali, diventato un leader di Milanello, forse non è il più pertinente per qualità temperamen­tali più che tecniche.

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