Corriere dello Sport

Nella terra dei derby come una partita nel fango

- Di Matil

L’Emilia-Romagna è una terra di derby. Ce ne sono moltissimi, uno per ogni paesino, tanto che anche il nome della regione potrebbe essere letto come una partita di calcio. «Emilia-Romagna», con quel trattino in mezzo che ci divide e ci unisce così tanto. L’alluvione però ha fatto provare a tutti le stesse emozioni. Quando ti trovi un mare in giardino ti rendi conto che l’uomo, di fronte alla forza della natura, non può nulla. Questo weekend, leggere sugli spalti degli stadi e dei palazzetti di tutta Italia striscioni dedicati alla mia regione mi ha fatto emozionare.

Ho sentito un brivido lungo la schiena e mi sono sentita parte di una cosa molto più grande di quella che avrei immaginato. Ora le strade hanno tutte le stesso colore. Non saprei bene come descriverl­o… È il fango, troppo chiaro per essere marrone, troppo scuro per essere grigio. A farmi continuare a sperare sono migliaia di ragazzi provenient­i da ogni parte d’Italia che da una settimana spalano con il sorriso. In Romagna adesso l’appuntamen­to per tutti i ragazzi della mia età non è più giocare alla Play o andare al parchetto ma scendere in strada a spalare il fango. Ci dividiamo in squadre rispetto alle zone in cui viviamo e per tutto il giorno non facciamo altro, poi la sera torniamo a casa e siamo più felici. Non so ancora cosa ci resterà di questa alluvione. Se ci penso adesso mi sembra di essere tornata indietro di tre anni, di rivivere il lockdown, di non avere più certezze…

L’altro giorno però ho visto un video bellissimo. A Cesena, più o meno a 20 km da casa mia, un gruppo di ragazzi ha iniziato a giocare a calcio su un campetto improvvisa­to, con le porte formate da due badili piantati nella fanghiglia. Guardando quel video ho capito che ce la faremo, un’altra volta.

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