La Virtus con Teodosic per una nuova classica
Dieci faccia a faccia in due anni, a cui si aggiungeranno i prossimi a partire da domenica. Tra risultati sorprendenti e altri netti, Virtus-Tortona è un nuovo classico a cui è bastato il paio di stagioni in serie A dei piemontesi per cristallizzare una delle rivalità attualmente più interessanti.
E’ la sfida tra il club che ha fatto la storia ed è tornato corazzata da qualche stagione sotto la guida Segafredo, e la favola che in realtà ha piedi per terra e le solidissime basi del gruppo Gavio. L’ambizione di essere l’otusider di una, la volontà di ribadire la supremazia dell’altra.
RIVINCITA. A parte il primo assaggio due Supercoppa fa, nella stagione scorsa Derthona si can- didò a diventare la bestia nera della Virtus, vincendo l’andata della regular season in casa e centrando la clamorosa sorpresa nella semifinale di Coppa Italia. Le V nere però hanno saputo servire la loro vendetta, a caldo e a freddo. Come? Vincendo le quattro partite successive, tra cui il netto 3-0 in una semifinale playoff senza storia, e quest’anno sempre allo stesso turno guadagnandosi la finale di Coppa Italia a Torino. In un’annata in cui di nuovo però in regular season i piemontesi hanno fatto valere il fattore campo.
Tortona, fra cinque mesi per la prima volta in Europa con la partecipazione alla Champions, vuol essere già oggi, e ancor di più in futuro, il terzo incomodo tra Milano e Bologna. A un certo punto era a un passo dal secondo posto, ma ha messo insieme 5 ko nelle ultime 6 partite prima dei playoff.
DIFFICOLTA’. La sofferenza con Trento è stata una conferma di qualche difficoltà. La Segafredo, reduce dal 3-0 contro Brindisi, trascinata dai veterani, rinfrancata dai lunghi e soprattutto dal di giocatori essenziali come Teodosic e Cordinier, parte nettamente favorita, sapendo però non poter sottovalutare l’ostacolo. La classe e l’esperienza di Christon, 16,5 punti di media, hanno rafforzato non poco la contender, che ha sempre gli altri punti forti in Daum e Macura; quest’ultimo, prima di essere bloccato negli ultimi due confronti, tra coppa e campionato aveva segnato contro la Virtus una media di 15,5 punti in 7 gare. Attirandosi le attenzioni speciali della difesa e del pubblico virtussino, che continua a spellarsi le mani per capitan Belinelli, 15 punti di media e 11/23 da tre nei primi tre match playoff.
Marco è stato trascinatore con Shengelia, ma anche complemento perfetto in una squatorie dra che sta finalmente avendo risposte concrete da Jaiteh e soprattutto da Mickey. Immancabile lo sfondo da derby bolognese: il presidente della Bertram, Marco Picchi, non ha mai fatto mistero del suo grande tifo per la Fortitudo. Rivalità a parte, il duello più bello è atteso in panchina tra il campione del mondo, Sergio Scariolo, e l’ormai più che emergente Marco Ramondino. Tra l’altro sono ore in cui si cerca di capire quanto la vittoria dell’Eurolega possa cambiare i piani a Madrid, dove Scariolo è dato da settimane in pole per una panchina dalla quale però adesso non è semplice schiodare il trionfatore Mateo. C
osì Don Sergio potrebbe riavvicinarsi alla permanenza a Bologna, dove ha ancora un anno di contratto. Altrimenti, nonostante il rinnovo con Tortona fino al 2026, non si può escludere che lo stesso Ramondino entri nei pensieri virtussini, se l’idea fosse quella di aprire un nuovo ciclo con un coach in rampa di lancio.
Negli ultimi due anni ci sono state ben dieci sfide con il club piemontese