VALDITARA «Seicento milioni per nuove palestre»
Dalla scuola alle ore di educazione fisica dai maestri al futuro dei giovani Il ministro dell’Istruzione e del Merito focalizza i temi centrali: «Convenzioni con gli enti locali per utilizzare al meglio le infrastrutture e fare sport»
Promuovere il “merito” nel Paese delle scorciatoie è una vera sfida. Associare questo concetto - molto sportivo - all’istruzione, poi, richiama delle precise responsabilità alle quali il ministro Giuseppe Valditara (MIM, Istruzione e Merito) non si vuole sottrarre. «Investiremo 600 milioni per rifare le palestre scolastiche, soprattutto al Sud» la sua promessa. La questione, del resto, deve averlo allarmato fin dal primo giorno di lavoro nell’ufficio di viale Trastevere: «Siamo tra i Paesi più sedentari d’Europa e il problema ha origine proprio nelle nostre scuole, dove si fa poco sport perché mancano le infrastrutture». Lo sport negli istituti, di qualsiasi ordine e grado, è considerato spesso un gentile supplemento alla ricreazione. In Italia non è mai stato preso sul serio. Giugno è alle porte, le lezioni stanno finendo, la Maturità incombe e il ministro sceglie il Corriere dello Sport-Stadio per auto-assegnarsi i compiti per le vacanze.
Ministro Valditara, dicono tutti che lo sport a scuola è la madre di tutte le partite. Quando cominceremo a giocarla?
«Siamo in ritardo, è vero, ma siamo già scesi in campo. Purtroppo paghiamo un gap notevole con gli altri Paesi».
La scuola primaria francese ha aggiunto mezz’ora di sport al giorno alle 3 ore settimanali già previste, in Italia c’è un’ora a settimana e il docente di educazione motoria è presente solo nelle quinte elementari, dopo l’intervento di Sport e Salute. Il confronto la imbarazza?
«Questa visione ci ha portato dove siamo ora: agli ultimi posti in Europa per numero di praticanti minorenni, ai primi tra quelli con i giovani più sedentari e obesi. Spetta a noi cambiare la rotta».
In che modo interverrete?
«Abbiamo stanziato risorse importanti. Ai 300 milioni del PNRR, come ministero ne abbiamo aggiunti altri 255 per le palestre delle città metropolitane, mentre altri 31 arrivano dal bilancio. In totale, ci sono circa 600 milioni per costruire le palestre, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno dove la pratica sportiva è meno diffusa a causa di deficit infrastrutturali».
Il 39% delle scuole non ha neppure una palestra. Cosa può fare il suo ministero?
«Stiamo pensando a una serie di convenzioni con gli enti locali per utilizzare al meglio le infrastrutture, ma è necessario anche recuperare i luoghi dismessi. Tramite i finanziamenti all’edilizia scolastica costruiremo diversi impianti, all’aperto e al chiuso, potendo contare anche sul supporto degli organismi sportivi che portano avanti dei progetti davvero lodevoli»
Il ministro per lo Sport e i Giovani,
Abodi, ha promesso il ritorno dei Giochi della Gioventù. A che punto è il progetto?
«Siamo quasi pronti, sarà un evento meraviglioso che permetterà a migliaia di giovani di fare sport a scuola, veicolando valori importanti. Rilanciare questo evento, dal quale sono partiti in passato tantissimi campioni, per noi significa molto. Probabilmente partiremo nel 2024-25, stiamo scrivendo una convenzione in questi giorni».
Quali ministeri verranno coinvolti?
«La settimana prossima ho un incontro sul tema con Abodi e i ministri Lollobrigida per l’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Locatelli per Disabilità, Fratin per Ambiente e Sicurezza Energetica e Schillaci per la Salute. Saranno Giochi multidisciplinari».
Fare più sport a scuola è davvero possibile?
«Assolutamente sì, con il tempo aumenteremo le ore e le competenze. Dal 2023-24 il docente di educazione motoria sarà anche nelle quarte elementari. L’obiettivo a lungo termine però è fare in modo che le scuole siano luoghi di sport non solo di mattina».
A reggere il sistema di base sono le asd e le ssd che operano nel pomeriggio, ma le famiglie spendono in media 700
800 euro l’anno per lo sport dei propri figli.
«Molti bambini fanno sport solamente a scuola e in un momento di grande difficoltà è ancora più importante garantire opportunità gratuite. E le scuole possono dare una mano, collaborando con le associazioni sportive. Con lo sport migliora la salute, e la salute non dev’essere un privilegio di chi se la può permettere economicamente».
L’Università di Montreal sostiene che gli sportivi raggiungono voti più alti a scuola studiando, in media, 3 ore in più a settimana dei loro compagni “inattivi”. Come va interpretata questa ricerca?
«È una messaggio fantastico. Lo sport educa all’impegno e al sacrificio. Porta i giovani ad avere più autocontrollo, a rispettare le regole, a vivere in delle comunità integrate e sì, anche a studiare meglio. Non possiamo disperdere questo patrimonio».
«Tornano i Giochi della Gioventù dal 2024-25 con una sinergia tra 6 ministeri»