Corriere dello Sport

Pellegrini «La coppa per Mou e per noi»

È l’unico capitano della Roma che avrà giocato due finali europee «Abbiamo dato il 100% per l’Europa League Sento mia la squadra, siamo consapevol­i»

- Di Jacopo Aliprandi INVIATO A BUDAPEST

Lorenzo Pellegrini vuole godersi questa finale. È stato un cammino lungo, complicato, stancante, fatto di sacrifici e di infortuni, di grande forza di volontà e determinaz­ione. Il capitano della Roma vuole giocarsi la finale per vincerla, ma anche per godersi una partita che tutta la squadra si è meritata. Non c’è stato bisogno di stimoli, come aveva detto anche Mou queste partite si preparano da sole, c’è stato bisogno solo di mantenere la calma e analizzare la squadra che stasera i gialloross­i affrontera­nno. Pellegrini si vuole vivere la finale, se l’è meritata dopo i tanti sacrifici di questi anni. Il primo? Aver perso l’Europeo per giocare il derby: una lesione che gli è costata una coppa, per giocare con la sua Roma. Un anno fa si è consolato con la Conference vinta a Tirana, adesso Lorenzo, l’unico capitano della Roma ad arrivare a due finali europee, si vuole prendere anche quella di Budapest: «Arriviamo a questa finale consapevol­i perché quando arrivi a giocare una partita così hai fatto un percorso che ti ha lasciato qualcosa. Sappiamo quanto abbiamo voluto essere qui oggi, quindi utilizzere­i la parola consapevol­i. Siamo tesi, è normale perché è una finale. Arrivare qui ha portato a tanti sacrifici ed è giusto avere quell'emozione che ti porta a fare le cose meglio. Sono contento perché sento mia questa squadra».

RICOMPENSA.

Da capitano (e a proposito, ieri erano 29 anni dalla scomparsa di Agostino Di Bartolomei), da senatore e da uomo di Mou, Lorenzo anche - e soprattutt­o - in questi ultimi giorni ha trascinato la squadra verso la gara contro il Siviglia. Soprattutt­o i più giovani che con meno esperienza internazio­nale possono risentire di partite del genere, di appuntamen­ti con la storia da non fallire. Per continuare questo processo di crescita della Roma che dalla Conference può arrivare nel giro di tre stagioni ad arrivare in Champions: «Questo trofeo un punto di passaggio? Penso che c’è sempre qualcosa di più grande, ma alla fine la cosa più grande che ti può rimanere è quella di non accontenta­rti mai. Come abbiamo dimostrato l’anno scorso, abbiamo dato il 100% alla Conference e vincerla è stata una grande emozione. Quest’anno abbiamo dato il 100% all’Europa League e vogliamo vincerla. Siamo abituati così anche grazie al mister che è una persona attenta sia sul lato calcistico che in quello umano. Ti spinge sempre a dare il 100%. Siamo

abituati a scendere in campo e a dare tutto. Oggi è l’Europa League e abbiamo dato tutto per essere qui, lo abbiamo fatto anche in altre competizio­ni ma non è bastato».

MA QUALE PULLMAN.

Pullman? No, atteggiame­nto difensivo e mosse tattiche. Pellegrini ha voluto anche rispondere a quelle che sono state le critiche del Leverkusen per la copertura a undici uomini alla BayArena per difendere il gol di vantaggio segnato da Bove all’andata: «Ci fa ridere chi parla di pullman. Saper affrontare una

«Altro che pullman Noi siamo in finale chi parla tanto invece non c’è...»

gara a livello tattico non significa per forza attaccare come dei pazzi e permettere alla squadra avversaria di farci fare gol. Per me affrontare la partita in una maniera tattica giusta è cercare di limitare la squadra avversaria. Abbiamo analizzato tutte le squadre e cercato di capire il modo per arginare i loro punti di forza. Ci siamo riusciti visto che siamo in finale mentre chi parla tanto non c’è». Gioco, partita, incontro. Adesso il match da vincere è contro il Siviglia, Lorenzo non vede l’ora di giocarsi questa finale.

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 ?? ANSA ?? Pellegrini saluta i tifosi ieri alla partenza da Fiumicino per Budapest
ANSA Pellegrini saluta i tifosi ieri alla partenza da Fiumicino per Budapest
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