Corriere dello Sport

MOTTA OK MA I CONTI NON TORNANO

Il tecnico ha incontrato Saputo: il «piano di rientro dal deficit» la discrimina­nte sul tavolo Il club ha ribadito che dal mercato serve un attivo di 30 milioni L’allenatore vuole però garanzie

- Di Claudio Beneforti BOLOGNA

Thiago Motta resta a Bologna. Almeno per ora. Poi fino a che punto eventualme­nte possa essere anche felice di restare lo scopriremo solo vivendo, perché ieri dopo aver capito cosa significav­a «piano di rientro dal deficit» è facile immaginare che gli siano cadute le braccia. Detto che probabilme­nte anche Thiago l’antifona l’aveva capito da tempo e che sabato il Bologna avrebbe fatto più bella figura se non avesse voluto puntualizz­are il termine deficit, vi raccontiam­o in cosa consiste il piano di rientro che sarebbe stato confeziona­to dall’amministra­tore delegato Claudio Fenucci e benedetto da Joey Saputo: la prossima sessione estiva del mercato dovrà essere chiusa con 30 milioni di attivo, il che ha un’altra traduzione rispetto a quanto era emerso nei giorni passati, e cioè che dalle cessioni sarebbero dovuti arrivare 30 milioni. Tanto per essere più chiari vi ricordiamo che nell’estate passata Giovanni Sartori e Marco Di Vaio fecero un attivo di 22 milioni, avendone ricavati 50 dalle cessioni di Hickey, Svanberg e Theate. Il motivo di questa sua presa di posizione l’avrebbe poi spiegata lo stesso Saputo nel corso del vertice di ieri: dopo aver investito per oltre 270 milioni è arrivata l’ora di guardarsi attorno, nonostante non manchi la voglia di rafforzare la squadra. Ecco, magari se qualcuno lo avesse avvertito che un piano di rientro del genere è come pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca sarebbe stato meglio.

LA LEGITTIMA RICHIESTA DI THIAGO.

Certo che ha parlato anche Thiago, ma i contenuti dei suoi pensieri fate conto che siano diventati come parole al vento. Dando un seguito a quello che aveva fatto capire nelle ultime conferenze, in pratica l’allenatore del Bologna ha evidenziat­o il desiderio che fosse alzata l’asticella, o quanto meno nella peggiore delle ipotesi che fosse mantenuta la squadra attuale in quelli che sono soprattutt­o i suoi calciatori fondamenta­li. Sì, a cominciare da Nicolas Dominguez e Riccardo Orsolini, che a oggi sono due punti interrogat­ivi non sapendo se rinnoveran­no il contratto o se non rinnovando­lo dovranno essere ceduti. Alla luce di questa attuale diversità di intenti tra allenatore e società come è possibile che la permanenza di Thiago a Casteldebo­le sia ritenuta ugualmente quasi cerin ta? Il discorso è semplice: ha un contratto in essere fino al giugno del 2024 e di conseguenz­a per tutti i capi rossoblù dovrà continuare a essere la motrice anche del Bologna di domani. Bene, a questo punto vi rimandiamo alla prossima puntata, avendo la sensazione che anche nel caso cui Thiago dovesse restare poi pretendere­bbe che fosse detta almeno la verità per quanto riguarda gli obiettivi.

I SALTI MORTALI DI SARTORI E DI VAIO.

Domanda: per quale motivo dopo aver investito (non sempre bene, questo è sicuro) tutti questi soldi lo stato maggiore del Bologna ha deciso di fare un ulteriore passo indietro ora che finalmente la squadra sembra aver svoltato, che è arrivato un numero uno come Sartori all’area tecnica e che lo stesso Sartori, Di Vaio e Thiago Motta hanno fabbricato una grande annata, ciascuno nel proprio ruolo? Forse perché sono ritenuti capaci di fare sul mercato, se non addirittur­a i miracoli, quanto meno i salti mortali mentre chi c'era prima no? Per il momento non abbiamo una risposta. Nei giorni scorsi Fenucci ha dichiarato che nel calcio non contano tanto i soldi quanto le idee. Sì,vero, ma eventualme­nte quelle degli altri, quando sarebbe stato opportuno che anche lui stesso e il presidente ne avessero partorite almeno una più costruttiv­a per quanto riguarda questo piano di rientro.

Nell’estate 2022 la società chiuse con 22 milioni di saldo positivo

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