Chirichella, altro che principessa «Ragazze, usate la vostra testa»
È il contrario dei bamboccioni: via da casa a 15 anni per giocare «Lo psicologo oggi fa paura, invece dopo il Covid la salute mentale è diventata fondamentale»
Non ditele mai quello che deve fare, è un animale, vive di istinto, a 15 anni ha fatto la valigia e se n’è andata di casa a giocare a volley per l’Italia. Cristina Chirichella, la principessa, non è una che fa sconti - soprattutto a sé stessa - nonostante quel sorriso che le si allarga sul volto quando mette in chiaro i suoi pensieri. Centrale, uno dei leader dell’Italdonne di volley che ha vinto tanto, triennale di Scienze motorie con 110 e lode (magistrale in corso d’opera), cultura dello sport, passione per lo yoga e la meditazione, Chirichella è come un’onda.
Saggia a 29 anni?
«Saggia mai, ma se mi volto vedo una bella strada percorsa e sono contenta».
A 15 anni è andata via di casa per il volley: una sfida intrigante?
«Diciamo così. Il primo giorno è stato un disastro, lo ricordo come se fosse ieri. Ho lasciato Napoli ed è stata una scelta istintiva».
Da incosciente?
«Sono stata fortunata, la famiglia, gli amici, ho seguito me stessa, e oggi sono quello che volevo fare. Ma ci lavoro tanto sopra eh... ».
“Cuore, testa e volontà”, nasce così?
«All’inizio ero un po’ restia, mai pensato di scrivere un libro. Però questo è veloce, dà una diversa chiave di lettura, è per ragazzi, per chi ha bisogno di confrontarsi, di un aiuto».
Adolescenza brutta bestia, è d’accordo?
«Un periodo complicato, di lotte e di battaglie, ma è importante trovare qualcuno che ti capisca»
Napoletana, quest’anno uno scudetto dei record nel calcio, ci ha mai giocato?
«Ho i piedi storti, non fa per me. Felice per la città, non sono una tifosa sfegatata, appena posso però torno a casa».
Ognuno ha il suo tempo. è una frase in cui si ritrova?
«Assolutamente sì. Ogni ragazzo o ragazza ha il suo. Non c’è una data oltre la quale non si può andare, certo a 30 anni ancora a casa, quello no. Una cosa è certa: serve la testa per tutto, ci vuole talento, non bisogna mai darsi per battuti. Ciascuno deve trovare la propria strada».
E pensare che da piccola racconta fosse una bambina-terremoto?
«Volevo fare cose e oggi è lo