«Voglio restare ma meritiamo di più»
La notte di Budapest chiarisce la posizione di Mou che consola tutti e commosso ringrazia i suoi tifosi con la squadra Mourinho sfida il club sul futuro «Sono stanco di fare tutto: allenatore, comunicatore e anche quello che protesta»
Sarà difficile superare la delusione della sconfitta nella finale, ma la Roma dovrà già dalle prossime ore pensare a chiudere nel migliore dei modi la stagione per assicurarsi il posto nella prossima Europa League. Un momento difficile per la squadra che aveva creduto di poter alzare la seconda coppa europea consecutiva, le lacrime a fine partita dei giocatori e la delusione inevitabile della Roma e dei suoi tifosi, ma anche la consapevolezza di un cammino lungo, estenuante, ma affascinante: i romanisti sono orgogliosi della squadra di Mourinho, la Roma è uscita a testa alta da un percorso a ostacoli e da una finale che resterà in ogni caso nella storia. Da Ludogorets a Budapest, un cammino lungo 8 mesi e 15 partite. Una sfida portata avanti dai giocatori e dallo Special One che, commosso, dopo la partita ha guidato la squadra sotto la curva dei tifosi romanisti a dire grazie. Commosso. Tra gli applausi dello stadio.
IL FUTURO.
«Siamo morti di stanchezza. E siamo morti perché pensiamo che sia un risultato ingiusto. Con un arbitro che sembrava spagnolo: Lamela doveva prendere il secondo giallo e poi ha segnato uno dei rigori», dice Mourinho. «Però siamo orgogliosi: possiamo perdere una partita ma non la dignità personale. Ho perso la prima finale dopo cinque ma torno orgoglioso come mai, i ragazzi hanno dato tutto. Le lacrime di Dybala? Siamo attaccati alla maglia, siamo umili e seri, diamo tutto. Ognuno reagisce in un modo, con o senza pianto siamo tutti tristissimi». Capitolo futuro: «Vado in vacanza lunedì: se avremo il tempo di parlare lo faremo, altrimenti si vedrà dopo. Io devo lottare per questi ragazzi e lottare per loro significa oggettivamente che non posso dire che rimango. Ma non ho avuto nessun contatto con altri club dopo quello di dicembre con la Nazionale portoghese: ho un contratto con la Roma, la situazione è questa. Se avessi un contatto con altri lo direi subito alla società».
LA SFIDA. Poco dopo, a mente fredda, chiarisce il suo pensiero. «Sono stanco: io voglio restare, ma credo che tutti meritiamo di più. Io merito di più, i miei giocatori meritano di più. Sono stanco di essere quello che fa tutto: l’allenatore, il comunicatore, quello che protesta con gli arbitri. Quello che dice che ci hanno derubato». Il gm Tiago Pinto ha lasciato dubbi sulla permanenza del tecnico: «Sappiamo che il calcio ha sempre sorprese e non possiamo mai garantire al 100% quello che succederà in futuro, ma da parte mia l’intenzione è proseguire il lavoro insieme». Un pensiero angosciante per i romanisti che da mesi stanno chiedendo a gran voce la permanenza di Mou. La finale persa e l’addio sarebbero una doppia delusione difficile da smaltire.
Pinto conferma «Nel calcio non è possibile garantire al 100%»
LO SPEZIA. Il tecnico dovrà preparare comunque la squadra per lo Spezia ma domenica non sarà in panchina per squalifica. La Roma dovrà lavorare per confermare la partecipazione alla prossima Europa League. Aspettando le decisioni dell’Uefa sulla Juve, la gara dovrà essere giocata fino in fondo per ritentare l’assalto europeo. Con o senza Mourinho? Il grande dilemma.