Sinner: «Fa male ci tenevo tanto»
Due match point falliti e la sconfitta contro il tedesco Altmaier L’azzurro: «Ho dato tutto perché sennò uno non sta in campo per più di 5 ore. Cercherò di essere più felice, ho imparato la lezione»
La racchetta sbattuta a terra durante la partita il clou di un giorno storto Jannik fuori da Parigi
«Le mie aspettative erano alte e sentivo di poter fare molto bene qui, forse devo ragionare in un altro modo. Non sono però due tornei a rovinare la stagione». Questa volta non era un miraggio o un sogno, ma un obiettivo. Le carte in tavola sono cambiate con un inizio di anno formidabile e questo per Sinner era uno slam diverso, il primo in cui poter provare davvero a vincere. Il Roland Garros della consapevolezza invece si conclude nel rammarico di due match point falliti e della sconfitta contro Daniel Altmaier che questa volta, a differenza di quanto accaduto lo scorso anno agli US Open, prevale sulla lunga distanza con il punteggio di 6-7(0) 7-6(7) 1-6 7-6(4) 7-5. L’altoatesino si è piegato al peso degli appuntamenti ai quali teneva di più nel post Melbourne.
Per certi versi gli esordi di Roma e Roland Garros contro Kokkinakis e Muller si assomigliano per facilità nel liquidare l'avversario, ma restano eccezioni in due settimane che rimandano l’appuntamento con traguardi più grandi. Difficile determinare quale dei match point non convertiti (entrambi ai vantaggi sul 5-4 del quarto set) lasci più il segno. La lotta è tra quello condotto e non chiuso con la beffa di un nastro sul passante avversario ed un rovescio tirato lungo in uscita dal servizio. Poteva essere una vittoria opaca, di quelle portate a casa nello stile del «Sinner prima maniera», quello degli strappi improvvisi e dei break recuperati con una facilità quasi disarmante. Nel quinto set è proprio quella la solfa, con l’allievo del duo Vagnozzi/Cahill che aggancia il 5-5 quando il tedesco serve per il match, salvo cedere nuovamente il servizio prima del cambio campo. Nel dodicesimo game il conto è di 4 match point annullati, seguiti da tre palle fallite da Sinner per il tie-break prima della resa definitiva. I progressi e le soluzioni implementate nell’ultimo anno sono a tratti del tutto mancate sul Suzanne Lenglen. Quando la parte atletica e di colpi non si spiana la strada, l’azzurro fatica a salvarsi con la parte tattica che è un parte ancora troppo legata ai primi due fattori. La racchetta sbattuta a terra è il fotogramma del ko e di una giornata lo stesso numero 1 d’Italia ha qualcosa da rimproverarsi: «Fa male perché ci tenevo tanto e ho avuto delle possibilità. Ho dato tutto, anche perché se no non stai in campo per quasi 5 ore e mezza. Dovevo essere più felice di essere nella po6-3 sizione in cui ero, di solito non lo faccio vedere ma sono sorridente dentro. Non lo sono stato e quando è così faccio più fatica, questa è la lezione che ho imparato. Cercherò di essere più felice perché mi serve».
ZEPPIERI-VAVASSORI. Il privilegio di non dover vincere è qualcosa che ha rischiato di giocare anche a favore di Giulio Zeppieri, che non è andato così lontano dal portare al quinto set il numero 4 del mondo Casper Ruud. Nella sfida vinta dal norvegese per 6-2 4-6 7-5, il tennista di Latina ha avuto il merito di non farsi suggestionare dal palcoscenico del Philippe Chatrier e dal rivale, finalista nell’ultima edizione del torneo. Questo fa parte della personalità di Giulio, che già lo scorso anno alla prima sfida con un top 5 (Alcaraz ad Umago) aveva sfiorato il colpaccio. Ruud ha giocato un ottimo match, sfidando la potenza di colpi dell’italiano. Al secondo turno Andrea Vavassori si ferma contro il 231 ATP Genaro Alberto Olivieri. L’argentino prevale su “Wave” per 7-6(7) 3-6 6-4 7-6(3) giocando un tennis regolare, ma sufficiente contro un avversario che ha pagato le fatiche con Kecmanovic e il mancato giorno di riposo a causa dell’impegno in doppio.
Zeppieri sfida il n. 4 Ruud ma alla fine deve piegarsi
Si ferma Vavassori contro Olivieri: ha pagato anche la fatica del doppio