Corriere dello Sport

SuperHaala­nd «Tocca a noi fare la storia»

Il bomber del City cerca la rete perduta Un solo gol nelle ultime sette gare ma resta lui il perno del gioco «Da sempre sogno la Champions»

- Di Gabriele Marcotti LONDRA

Un gol nelle ultime sette partite quando ti chiami Erling Braut Haaland è più che un digiuno, è un'autentica carestia. Del resto, quando sei a quota 52 reti in 52 partite tra campionato e coppe, quando sei uno dei giocatori più pagati al mondo, quando hai segnato a grappoli per l'intera carriera, beh, il gol ti manca. Per Guardiola non c'è nessun caso, per lui conta il collettivo e conta il fatto che il suo maxi-norvegese arrivi al tiro (e il suo xG dimostra che questa non è una crisi) e che il suo movimento e la sua mole trascinino via due o tre difensori. Così facendo il City vince ed è questo ciò che conta. Haaland dribbla l'argomento da fuoriclass­e: «Ovvio, sento la responsibi­lità - afferma - Ma ho tanta fiducia. Siamo una squadra forte e se giochiamo al meglio avremo l'opportunit­à di entrare nella storia ed io farò di tutto per dare il mio contributo. Siamo a un passo dalla storia e ho tanta voglia di essere parte di questo capitolo. Tutti sanno che il club ha vinto tutto quello che c'è da vincere con l'eccezione della Champions League. E questo è uno dei motivi per cui sono venuto qui: per vincerla».

GOL IN MUSICA. Ai tempi del Salisburgo il giovane Erling aveva la musichetta dell'inno della Champions come suoneria del telefono e quindi c'è da crederci. «In questo momento è l'unica cosa che mi interessa, vincere la finale e concludere la stagione con una vittoria - spiega - Ho sempre sognato di vincere la coppa e adesso ho l'occasione di fare sì che il mio sogno si avveri». In Inghilterr­a al “digiuno” di Haaland non viene dato molto peso. Piuttosto si parla della doppia sfida contro il Real e di come all'andata abbia sofferto un trattament­o “ruvido” da parte di Antonio Rüdiger all'andata (soprattutt­o) e in minore misura da Eder Militao al ritorno. Qualcuno ipotizza un trattament­o simile da parte di Acerbi. Anche perché Haaland si è mangiato ben tre gol nel 4 a 0 rifilato al Real Madrid. Ma l'impression­e è che siano discorsi da bar e dalla società minimizzan­o: non è il tipo da sfiduciars­i e, anzi, i gol sbagliati lo motivano.

NESSUNO SCONTRO. È tornato sul 4 a 0 invece Kevin De Bruyne. Le telecamere lo avevano pizzicato mentre si rivolgeva alla panchina di Guardiola e lo apostrofav­a con «Basta! Sta’ zitto» mentre il tecnico catalano stava dando una serie di istruzioni tattiche a raffica. «Per me non vi è alcun problema - afferma De Bruyne - Visto da fuori magari può sembrare importante quello che si dicono giocatori e allenatori in campo, ma non è mai una questione personale. Lo facciamo

per spronarci a vicenda, per il bene della squadra. Poi capita, come contro il Real, che qualcuno se ne accorge, ma vi assicuro dopo la gara noi non ne abbiamo parlato. Siamo persone competitiv­e, vogliamo vincere e siamo nella stessa squadra».

«A Manchester proprio per vincere questa coppa: sento la pressione»

De Bruyne: «Nulla fra me e Pep, c’è voglia di spronarci per il bene di tutti»

MESSAGGI. Intanto Bernardo Silva ha svelato il messaggio che, secondo lui, Pep darà ai giocatori prima di scendere in campo: «Ci dice sempre che possiamo anche perdere perché affrontiam­o un grande club, ma che non dobbiamo mai uscire dal campo con rimpianti. Insomma, dare tutto. Come gioco credo saremo noi stessi: possesso palla, pressing alto, controllo del gioco e creare occasioni da gol. E, soprattutt­o, di divertirci e gustare il momento. Perché capita poche volte in una carriera di giocare una finale di Champions». Intanto il City ha confermato che Kyle Walker è ok, sarà a disposizio­ne per la finale di domani.

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GETTY Haaland, 52 reti in 52 gare col City, nella finale di Fa Cup

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