Corriere dello Sport

«Forza, non è ancora finita»

L’Unipol Domus ha spinto i sardi senza soluzione di continuità Poi allo scadere... «Ad essere onesti il Bari ha meritato il pari. Ora dobbiamo fare il Cagliari, andremo in casa loro e faremo la nostra partita cercando di fare il miracolo»

- Di Giuseppe Amisani CAGLIARI

Grande il rammarico di Claudio Ranieri che dopo il vantaggio iniziale firmato dal solito Lapadula, pensava di poterla portare a casa. «Ad essere onesti dobbiamo dire che il Bari ha meritato il pari». Ma questo non significa che il tecnico del Cagliari è pronto ad alzare bandiera bianca.

LA RISCOSSA. «Ora dobbiamo fare il Cagliari, come abbiamo fatto sempre. Siamo amareggiat­i, dispiaciut­i ma non ci arrendiamo. Sappiamo che sarà dura, molto dura a Bari. Ma lo sapevamo anche prima perché loro con due pareggi vanno in A. Noi eravamo consapevol­i che ci sarebbe servita una vittoria e siccome non ci siamo riusciti alla Unipol DOmus, cercheremo di vincere in casa loro. Ho giocatori con grande carattere e andremo a giocarcela». Se la prende con gli errori commessi. Tanti. Troppi. In un problema apparso soprattutt­o mentale e non tanto fisico. «Dobbiamo riprendere a fare il Cagliari. Ci sono state troppe cose che non sono andate bene ma ancora siamo in corsa. Non credo si sia trattato di un problema fisico ma abbiamo commesso davvero tanti errori perché loro continuava­no a giocare mentre noi andavamo a fiammate. Non riuscendo a fare quello che di solito facciamo». Qualche perplessit­à anche sugli episodi chiave come quella del rigore decisivo. «Il tocco c’è stato ma spesso si lascia al direttore di gara la decisione di decidere sull’entità. L’importante è che non ci sia protagonis­ta da parte di chi è al Var. L’arbitro non aveva visto, ma è stato richiamato. Ho visto, accetto e non commento oltre».

FINO ALLA FINE.

Ci vorrà qualche giorno per rimettere a posto le gambe e soprattutt­o le idee perché quello che non ha funzionato è stato soprattutt­o nelle scelte. «Sapevamo bene cosa fare e invece abbiamo lasciato tutto al Bari. Anche in azioni che avevamo studiato come quella su calcio d’angolo, siamo stati impreparat­i a fare quello che dovevamo fare». Ora si tratta di rimboccars­i le maniche come in un patto d’acciaio che è stato ribadito nella stretta di mano con il presidente Tommaso Giulini a fine partita. «Ci siamo sempliceme­nte detti che ancora c’è una partita da giocare. Logico che noi vogliamo andare in A, così come lo vogliono loro. Ce la giochiamo senza arrenderci e alla fine vedremo se l’avversario sarà stato più bravo di noi».Non è bastato tutto l’entusiasmo possibile dei tifosi sugli spalti per quella che sarebbe una vera e propria impresa. Il Cagliari ha sfiorato il primo passo nel match di andata ieri in una Unipol Domus al colmo della capienza. E ora ci sarà da completare l’opera nella gara del ritorno che si giocherà domenica sera a Bari. E che sarà battaglia vera dopo il successo sfumato nei minuti di recupero. Il tecnico rossoblù sembrava ormai pronto ad essere ancora una volta l’eroe di un’Isola intera con una cavalcata che ha dell’ entusiasma­nte e che potrebbe entrare nella storia del Cagliari. Un risultato che a dicembre sembrava inarrivabi­le e che invece ora ha preso piede con grande veemenza. Grazie ad un girone di ritorno condotto ai massimi livelli da un Ranieri che ci ha messo parecchio del suo.

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Claudio Ranieri, 71 anni tecnico del Cagliari

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