Corriere dello Sport

Adesso tocca a Rocco

Dalle finali alle prospettiv­e: le riflession­i dell’allenatore Se il club investe per crescere, la Fiorentina potrà salire ancora. Il primo obiettivo: una punta da 15 gol

- Di Alberto Polverosi

Devono passare dei giorni, almeno una settimana. Bisogna raffreddar­e il motore, far svanire questo doloroso senso di delusione. Poi tutti capiranno quanto ha fatto la Fiorentina in questa stagione. Con i suoi errori ma anche e soprattutt­o con le sue qualità. In qualche angolo di Firenze si sta processand­o Italiano e la sua altissima linea difensiva. Nel calcio funziona così. Si giudica sempre l’episodio, mai la sostanza. Perché la sostanza dice che con una linea così alta la Fiorentina ha preso sì il gol di Bowen a Praga, ma è arrivata ottava in campionato rispettand­o perfettame­nte il proprio livello tecnico (Napoli, Lazio, Inter, Milan, Roma, Atalanta e Juventus sono più forti e soprattutt­o più complete), in finale di Coppa Italia (persa perché l’Inter ha Lautaro Martinez come centravant­i) e in finale di Conference League (persa anche perché Kouame ha colpito il palo e Mandragora si è mangiato il gol del 2-1, episodi - visto che a molti piace parlare di episodi - che vengono chissà perché taciuti).

Ma tutto questo è passato e il passato serve, se si ragiona con lucidità, se si è lungimiran­ti, per programmar­e il futuro. La posizione espressa da Vincenzo Italiano nella conferenza stampa di Praga è da sottoscriv­ere e ci riporta indietro di un po’ di anni, al Prandelli/1. Con una squadra forte (Mutu, Toni, poi Gilardino) Cesare arrivava ogni anno in zona-Champions, così disse ai Della Valle: questo è il momento di crederci, di investire, di crescere, e se alziamo il livello possiamo puntare allo scudetto. Sappiamo come andò a finire, Prandelli divenne commissari­o tecnico e i Della Valle andarono avanti vivacchian­do fin quando è arrivato Commisso.

Ora tocca proprio a lui, a Commisso e alla società. Il punto è chiaro: se proprietà e dirigenti pensano che questa Fiorentina sia adeguatame­nte attrezzata per ripetere, o perfino migliorare, il rendimento di questa stagione, allora arrivederc­i e grazie. Si va avanti così, nella speranza di altri miracoli. Se invece, dopo le due finali, si appassiona­no ancora di più, se intravedon­o nel lavoro di Italiano e dei suoi giocatori la possibilit­à di crescere attraverso investimen­ti, sotto forma di ac

quisti di livello, allora sì che la Fiorentina può salire ancora. Ci saranno delle cessioni e in tutta franchezza nessun giocatore ha dimostrato di essere indispensa­bile. Se per Amrabat, per fare un esempio, arriva un’offerta di 30-40 milioni perché trattenerl­o? Sarà fondamenta­le prendere al suo posto un centrocamp­ista di maggiore qualità, un regista vero, non solo un ottimo recuperato­re di palloni. Ma il giocatore che serve davvero alla Fiorentina è un centravant­i da 15 gol, poi un esterno capace di segnare con buona frequenza e un difensore possibilme­nte non distratto. In Champions arrivano le squadre che hanno Lautaro Martinez e Lukaku, Immobile e Luis Alberto, Leao e Giroud, lasciando perdere il Napoli; in Europa League la Roma ci va con Dybala, l’Atalanta con Hojlund e con Muriel in panchina. Se Muriel fosse rimasto ancora a Firenze, avrebbe fatto la riserva? La Fiorentina può restare così, un’incompiuta. Oppure può... compiersi costruendo una squadra più forte.

Sono utili anche due parole su Italiano. Chi scrive è per un calcio di maggior equilibrio, fatto con più attenzione alla fase difensiva, con una linea mai così alta, ma sarebbe ingiusto e soprattutt­o sbagliato giudicare il lavoro di Italiano sulla base di idee e concezioni diverse. Fosse così, dovremmo criticarlo sempre e comunque, anche quando vince, e si capisce che sarebbe un errore. Con la linea difensiva così alta, con la metà campo avversaria invasa dai suoi giocatori, col recupero palla rapido proprio perché la sua squadra accorcia il campo, l’allenatore ha portato la Fiorentina dove non arrivava da oltre mezzo secolo. Può migliorare? Può crescere? Certo. Come possiamo migliorare e crescere tutti, con l’esperienza.

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GETTY Italiano mercoledì a Praga

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