Corriere dello Sport

«Bologna nel cuore» Il Pitbull saluta e va

Medel: Certe storie non dovrebbero finire mai, ora c’è un tifoso in più Sinisa e i fan restano dentro di me

- di Giorgio Burreddu BOLOGNA

Pronti alle lacrime (per chi ha ancora cuore). «Ci sono storie che non dovrebbero finire mai. Sono arrivato a Bologna quattro anni fa: non ero certo un ragazzino, avevo giocato, tra le altre squadre, nel Boca, nel Siviglia e nell'Inter Besiktas e il giorno in cui ho messo piede a Casteldebo­le non potevo certo immaginare che questa città e la sua gente mi sarebbero entrate così definitiva­mente nel cuore». E’ lungo, lunghissim­o, emozionant­issimo, il post di Gary Medel. Il cileno lo ha pubblicato ieri su Instagram per salutare Bologna. Più di un post, un addio. «Il Bologna avrà un tifoso in più». Lunedì, dopo la fine del campionato, a Casteldebo­le Medel non si era visto. Mentre i compagni in scadenza di contratto (Soriano, Sansone, Bardi e De Silvestri) avevano trattato con la società, Gary era già in Cile con la nazionale. Figurarsi, Medel e la Nazionale non li potevi mica separare. La storia tra lui e il club rossoblù era già scritta.

BOLOGNA NEL CUORE.

«A Bologna ho vissuto benissimo, io e la mia famiglia non siamo mai stati così bene in nessun altro posto. Se siamo stati così felici è per la gente: allegra, socievole, affettuosa senza mai essere invadente, ma anche grazie alle persone che ho incontrato nel club». Medel, 35 anni, una vita da mediano (ma anche da difensore centrale), sotto le due torri era arrivato per finire la carriera. Qualche mese fa aveva tentato di discutere un rinnovo di un anno appena. Niente da fare. Thiago Motta ha altri progetti, ha bisogno di slot. E dunque via anche Gary, il Pitbull, l’uomo che ha incendiato i cuori della città con la sua garra, con il suo stile, ma anche la sua socialità. Non solo post nella vita di Gary. Anche tante passeggiat­e per il centro, pomeriggi trascorsi con la famiglia in Piazza Minghetti (sì, l’avrete visto giocare a pallone con il figlio nella piazzetta delle poste). Medel ha ringraziat­o tutti, «dal Presidente, ai dirigenti, ai compagni, al corpo tecnico fino a tutti gli impiegati di Casteldebo­le».

TIFOSO IN PIU'. Ha fatto in tempo a superare le 100 presenze con la maglia del Bologna (101) e a dimostrare che cos’è la voglia di giocare. Tanto che con Mihajlovic litigò perché lui, in panchina, non ci voleva stare. Sinisa parlò con lui da uomo a uomo, i due fecero pace. Con Thiago le cose sono andate in un’altra direzione: ma il Pitbull in panca non ci sa proprio stare. Sento, ha detto ancora Medel nel suo lungo post, «di dover ringraziar­e davvero tutti, mi avete dato moltissimo, io ho fatto del mio meglio per ricambiare, non mi sono mai risparmiat­o e ho indossato la maglia rossoblù con orgoglio». Lacrime, sudore e sangue. Tutte appiccicat­e addosso a Medel. «Porto con me i cori dei tifosi, le gioie, le delusioni, le vittorie e le sconfitte. E porto nel mio cuore Sinisa, che ci ha insegnato a non arrenderci anche quando il nemico è troppo più forte di noi. Ci sono storie che non dovrebbero finire mai, e questa non finirà perché comunque e sempre il Bologna avrà un tifoso in più».

«Qui siamo stati benissimo, città ideale. Non mi sono mai risparmiat­o»

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GETTY Gary Medel 35 anni 101 gare con la maglia del Bologna

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