Corriere dello Sport

Orgoglio Dovizioso

Ieri nominato Legend: è entrato nella Hall of Fame delle due ruote «Mi sono reso conto della portata del riconoscim­ento per la reazione della gente. Sono quasi imbarazzat­o»

- Di Mirco Melloni SCARPERIA

Il fisico è ancora da pilota, del resto il ritiro dalla MotoGP è distante solo nove mesi. Lo sguardo, invece, è quello di un uomo sereno, in pace con se stesso, anche se il titolo della classe regina non è arrivato. Andrea Dovizioso, però, è stato “risarcito” ieri al Mugello con la nomina a MotoGP Legend, un ingresso nella Hall of Fame delle due ruote che il 37enne ha ricevuto nel luogo in cui il successo del 2017 «Mi consentì di sbloccarmi. E dire che ero stato male la notte precedente, non volevo nemmeno correre…».

IMBARAZZAT­O. E invece l’uomo che da quel giorno ha più volte battuto a duello il miglior Marc Marquez («Da Dovi ho imparato tanto, e con nessun altro rivale ho avuto un rapporto così buono» ha ammesso l’otto volte campione del mondo) è entrato tra gli immortali del Motomondia­le, premiato dal CEO Dorna Carmelo Ezpeleta, davanti a papà Antonio, alla figlia Sara, allo storico manager Simone Battistell­a. Merito del titolo in 125 nel 2004, dei 103 podi (uno dei 10 piloti oltre quota 100), dei 24 successi, 15 dei quali in MotoGP, dove in 15 stagioni ha lottato contro un’impression­ante sequenza di fenomeni: Valentino Rossi, Casey Stoner, Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo e Marquez, fino a Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia. «L’ingresso tra le Legends è stato inatteso, non credevo di meritarlo: sono accanto a piloti che hanno vinto molto più di me, mi sento quasi imbarazzat­o» ha aggiunto Andrea. «Mi sono reso conto della portata del riconoscim­ento grazie alla reazione della gente. Non sono stato il più forte, ho preso un "fracasso di batoste", ma sono riuscito a non affondare, anzi, sono arrivato a giocarmi il Mondiale della MotoGP. È ciò che preferisco della mia carriera».

CROSS. Quel titolo che oggi si giocano due colleghi come Bagnaia ed Enea Bastianini, presenti alla cerimonia del predecesso­re nel team ufficiale Ducati. L’oggi del forlivese non è con l’aspirazion­e di un ruolo managerial­e in MotoGP («Non ancora...») bensì da gestore dell’impianto da Cross di Faenza, che ha regalato ad Andrea

un ulteriore riconoscim­ento. Nel tardo pomeriggio, lo 04 Park Monte Coralli è stato nominato centro tecnico federale dal presidente FMI Giovanni Copioli, in un evento speciale della FederMoto nel paddock del Mugello. «Ringrazio la FMI perché ha scelto noi, desideriam­o creare una situazione buona per i ragazzini ma non soltanto. L’impianto è illuminato per consentire a chi lavora di giorno di girare la sera. È un’opera onerosa, ma è unica».

Dovizioso, del resto, non ha

mai amato l’improvvisa­zione, lui che con le sue doti analitiche ha contribuit­o a migliorare la sicurezza nel Motomondia­le (e lodato per questo da Ezpeleta), partecipan­do allo sviluppo della Ducati, oggi regina della classe regina. «Pecco ed Enea sono acciaccati ma non lo saranno sulla moto…» ha detto Dovi, prevedendo il GP anticipato dalla Sprint, un’esperienza che ha “schivato” per pochi mesi. «È stressante, ma con la competitiv­ità del 2017 o del 2018, la farei volentieri. Quando ti giochi il titolo in MotoGP, l’adrenalina è strepitosa. Il problema è quando non sei veloce…». Un problema che Dovizioso non si pone più. L’adrenalina e lo stress della MotoGP sono svaniti, restano i bei ricordi. E, da ieri, la chiave che apre la porta verso l’immortalit­à.

«Pecco ed Enea sono acciaccati ma non lo saranno sulla moto...»

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 ?? GORINI ?? Andrea Dovizioso (37 anni), entrato tra le Legends, a sinistra con il presidente della Dorna Carmelo Ezpeleta (77)
GORINI Andrea Dovizioso (37 anni), entrato tra le Legends, a sinistra con il presidente della Dorna Carmelo Ezpeleta (77)

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