Corriere dello Sport

Da luglio il lavoro sportivo Il volontario cambia volto

Nuove soglie di reddito, svolta su atleti paralimpic­i e dipendenti Federazion­i sempre preoccupat­e

- Di Giorgio Marota ROMA

Li chiamerann­o «lavoratori», stavolta con cognizione di causa e dopo avergli fatto firmare dei contratti veri. Il decreto correttivo che interviene sulla riforma dello sport, in vigore dal 1° luglio, è stato presentato ieri dai ministri Abodi (Sport e Giovani) e Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) in una conferenza che ha analizzato i presuppost­i tecnici della norma e le sue ricadute politiche.

Le persone coinvolte - 495.000 secondo i dati - saranno divise in tre fasce di reddito: sotto i 5.000 euro annui (82% della platea) non c’è alcune detrazione fiscale o previdenzi­ale (oggi è così per chi guadagna fino a 10.000 euro); dai 5.000 ai 15.000 (16% del totale) il datore di lavoro dovrà pagare le ritenute previdenzi­ali con l’agevolazio­ne dello Stato del 50% per i primi 5 anni; infine sopra ai 15.000 euro si applica il regime ordinario. Chi si trova nella prima fascia (meno di 5.000) potrà ricevere inoltre fino a 150 euro al mese per rimborsi spese, portando la soglia esentasse a 6.800 euro.

ODISSEA. Sono passati quattro anni, altrettant­i governi, due ministri e due sottosegre­tari con delega prima del “via libera”, che sarà ufficiale dopo i pareri delle Camere e delle Conferenze (unificata e Stato-Regione) prima di tornare in Cdm per la lettura definitiva. Le mani sulla materia le hanno messe in tanti: dalla legge delega Giorgetti alla riforma Spadafora spacchetta­ta poi nei famosi “decretini”, fino ad arrivare ai correttivi di Vezzali che

Abodi ha ripreso, modificand­oli e chiudendo gli ultimi passaggi formali. Lunedì è previsto un ultimo confronto con le organizzaz­ioni sindacali. «Siamo convinti che quello che abbiamo prodotto rispetti le esigenze del sistema - ha spiegato il ministro -. Abbiamo costituito un osservator­io per monitorare e intervenir­e e ci sarà una piattaform­a di coordiname­nto tra i vari attori coinvolti. In breve tempo serve un’alfabetizz­azione affinché tutti rispettino gli obblighi».

NOVITÀ. Federazion­i e società sportive restano molto preoccupat­e e temono di non riuscire a coprire i costi della novità legislativ­a (le previsioni più ottimistic­he parlano di +10%) che aumenterà inevitabil­mente la burocrazia di un mondo a trazione volontaris­tica. Un’agevolazio­ne è quella spiegata dalla ministra Marina Elvira Calderone: «Un rapporto di lavoro che parte il 1° luglio può essere comunicato ai centri dell’impiego fino alla fine di ottobre, questo tempo permetterà a tutti di mettersi in regola». Seguendo le parole d’ordine «tutele, sostenibil­ità e trasparenz­a», si arriverà a un registro unico e le ore settimanal­i del lavoro autonomo saliranno a 24. Per quanto riguarda i giudici di gara, il rapporto di lavoro potrà essere attivato tramite convocazio­ne o designazio­ne, mentre per i dipendenti pubblici c’è la previsione di un meccanismo di silenzio assenso per l’autorizzaz­ione a svolgere l’attività retribuita. «Svolta storica» infine, come l’ha definita il presidente Cip Pancalli, quella che consentirà agli atleti paralimpic­i di partecipar­e agli eventi sportivi senza conseguenz­e negative su stipendio e trattament­o previdenzi­ale grazie a dei permessi retribuiti (30 continuati­vi, 90 in un anno). Interessa particolar­mente il calcio il nuovo apprendist­ato che viene abbassato a 14 anni. «Lo sport ha un suo ciclo di vita...», ha spiegato Abodi, e le società non dovranno più temere di perdere i loro talenti in erba.

Contratti regolari Apprendist­ato dai 14 anni e il registro diventerà unico

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