Corriere dello Sport

E Aurelio riapre la lista dei 40 alla L di Lucho

La panchina dei campioni d’Italia è ancora libera De Laurentiis spera sempre in Luis Enrique dopo aver registrato gli sviluppi di Firenze Galtier e Garcia le alternativ­e più solide

- Di Antonio Giordano e Fabio Mandarini

Quaranta nomi: sarebbero un mondo. Perché dovrebbero avere poi, almeno sulla carta o nel loro identikit, una serie di caratteris­tiche che appartengo­no al proprio codice genetico: giocare con il tridente (o avercelo nelle corde); costare il giusto, senza dunque intaccare il profilo identitari­o di una società che paga tanto, bene, ma che non può spingersi sui top coach; possibilme­nte, conoscere molto bene l’italiano (la minuscola, please); avere una personalit­à e però anche un appeal da club di rango, che ha appena vinto lo scudetto e che ha ambizioni di Champions; non essere sotto contratto o almeno non avere una clausola da dover pagare, evento irrealizza­bile; e poi, last but non least come dicono ovunque, avere un carattere talmente formato da non subire immediatam­ente l’effetto Adl. Poi, si sa come va a finire, ognuno pensa di poter essere in grado di fronteggia­re una personalit­à così invasiva, e tentar non nuoce. Ma intanto, il giro di perlustraz­ioni continua, è un tour conoscitiv­o che va in onda da via Ventiquatt­ro Maggio a Roma, un casting internazio­nale che costringe a torsioni, a conversion­i, a sondaggi da rielaborar­e, chiacchier­ate da ricostruir­e, dopo che Italiano è anche formalment­e uscito da quella selezione nella quale Adl ha giurato di non averlo mai inserito: «Sta in un grande club, dove i dirigenti sono miei amici, e io non vado a disturbare». Non si sceglie un allenatore dalla sera alla mattina e se venti giorni possono sembrare tanti, e i restanti sedici per definire in parte il mercato prima del ritiro diventereb­bero poco, il tempo non mette ansia.

IL CERCHIO. Si può stare con l’agenda spalancata, lo smartphone sotto carica e richiamare ripetutame­nte vecchi amici, con i quali già c’è stato un contatto, per esempio Nagelsmann, che però viene indicato sulla strada di Parigi: dicono che il tandem De Laurentiis-Chiavelli abbia riprovato con il tedesco che però costerebbe una decina di milioni di euro per liberarlo dal Bayern. Ma l’ossessione autentica, che sta nella sintesi perfetta di un uomo con tutti i cromosomi calcistici in regola con il Progetto, resta Luis Enrique, quello che va di 4-3-3, che dunque saprebbe come riprodurre immediatam­ente la Grande Bellezza che appartiene a Spalletti, il papà del terzo scudetto: in Premier, che Adl ha sospettato fosse il suo desiderio, ha le panchine più pregevoli occupate, e in attesa di terremoti che non sembrano annunciati, lui se ne starebbe a casa volentieri. Ma De Laurentiis non ha mai smesso di pensarci, anche se ha colto questa forte passione inglese dell’ex ct della Spagna. Ritentando, magari, si può essere più fortunati.

LA DATA. C’è una data simbolo che De Laurentiis ha offerto per chiudere la personalis­sima urna, il 27 giugno: a quell’ora, e quel giorno, dovrebbe avere sciolto ogni perplessit­à, fatte le somme e anche le sottrazion­i, soprattutt­o preso atto che non ci sia attività in nessun angolo sperduto dell’Universo e che qualsiasi conflitto possa essere stato appianato. Christophe Galtier è di fatto separato dal Psg, si sa ma non è stato ancora detto, e la stima percepita da Adl non è stata una sensazione superficia­le: a pelle, certe cose si afferrano. Poi ha allenato Osimhen, parte avvantaggi­ato nel rapporto con il centravant­i, del quale deve sempliceme­nte apprezzare i migliorame­nti ispirati da Spalletti: lui rimane saldamente in corsa. E alle sue spalle, anche se staccato, c’è Rudi Garcia, francese che parla perfettame­nte l’italiano, che conosce i segreti di questo calcio, che ha avuto modo di studiare il Napoli, che ha esperienza internazio­nale. Poi, altre cose accadranno, si sa che il calcio è volubile, magari finisce la Nations League oppure no, si aprono nuovi valzer e inaspettat­i orizzonti: cose da maghi.

Estremo tentativo con Nagelsmann che però è vicino all’accordo col Psg

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GETTY Luis Enrique, 53 anni, ha lasciato la panchina della Spagna lo scorso dicembre a seguito dell’uscita dal Mondiale agli ottavi di finale contro il Marocco; in Italia ha guidato la Roma nella stagione 2011-2012

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