Corriere dello Sport

«Ho imparato da Maradona»

Pafundi: Papà mi diceva di vedere i video di Diego e sono cresciuto con i gol di Messi

- Di Giorgio Marota

«Un assist è come un gol». Solamente chi considera il calcio come un’opera d’arte riesce a paragonare la felicità di un passaggio vincente all’inebriante gioia di un gol da cineteca. Certe reti però valgono di più, e Simone Pafundi lo sa. La punizione magica sotto l’incrocio che ha steso la Corea del Sud a un soffio dal 90’, ad esempio, ha portato l’Italia Under 20 a un passo dal sogno Mondiale. «Quella è la mia mattonella, non potevo sbagliare» dice il trequartis­ta dell’Udinese, pregustand­o già un’altra perla nella finale di domani notte.

Mondiale in Argentina, gol su punizione di sinistro nello stadio di La Plata intitolato a Maradona. Proseguiam­o coi simboli?

«Nell’aria c’è qualcosa di speciale, lo sento. Mio padre è napoletano e mi ha sempre detto “guardati qualche video di Diego, è il migliore mai esistito”. L’ho fatto, con la speranza di imparare qualcosa».

Lei è d’accordo con suo papà?

«Certo, ma io sono della generazion­e Messi, per me Leo è un idolo assoluto».

È vero che i compagni in allenament­o la chiamano Messi?

«Mi prendono in giro. Non è facile gestire certe pressioni. So che ci sono delle aspettativ­e, ma ho 17 anni e a volte si esagera quando si parla di me. Devo ancora dimostrare tutto con l’Udinese».

Che emozioni state provando?

«Abbiamo festeggiat­o, brindato e cantato “Notti magiche”, una canzone che ormai è diventata pure nostra. Speriamo porti bene come all’Europeo dei grandi».

Quello di Mancini, il Ct che ha detto «prima convoco Pafundi e poi tutti gli altri».

«Un onore. Per me lui è come un padre, mi fa i compliment­i e mi rimprovera quando serve».

Si sente uno da Nazionale?

«Sì ed è bello: il gruppo mi ha accolto benissimo e dai grandi imparo tante cose. Sarebbe bello giocare il Mondiale dei grandi del 2026».

Siamo già alla vigilia di Italia-Uruguay. Sensazioni? «Affrontiam­o una squadra fortissima, completa in ogni reparto. Loro vorranno fare la lotta, noi ci faremo trovare pronti».

Per lei è una sorpresa l’Italia in finale?

«No, ci abbiamo sempre creduto anche quando gli altri ci considerav­ano mediocri»

Fin dall’inizio?

«Sì. Il gioco di mister Nunziata è spettacola­re e l’intesa con Baldanzi è speciale. Dopo aver battuto Brasile e Inghilterr­a ci siamo resi conto della nostra forza».

Cosa riporterà nella valigia dall’Argentina?

«La sensazione di aver fatto parte di una grande storia, comunque andrà a finire. E poi la coppa, voglio riportare in Italia la coppa del mondo».

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GETTY Simone Pafundi

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