«Bez e Vale, stessa meticolosità e quel polso destro in comune»
Era il telemetrista di Rossi, ora Flamigni è il capotecnico del team Mooney VR46 «Un ponte tra maestro e allievo, anche Marco è bravo in staccata e altrettanto rapido in piega»
Ha 53 anni, è leggermente brizzolato, sfoggia basette folte e un leggero pizzetto, sfodera lo sguardo di un ragazzino. Può raccontare imprese condivise con Valentino Rossi, del quale ne ha analizzato stile di guida, velocità e capacità di determinare la differenza. Ha cambiato ruolo, passando dai grafici cartesiani alla completezza della MotoGP. Matteo Flamigni lavora in qualità di capotecnico del team Mooney VR46, squadra omonima del nove volte iridato, presente al Mugello a seguito del successo ottenuto nella 24 Ore auto di Le Mans. E si occupa dell’astro nascente Marco Bezzecchi, fungendo da “ponte” tra la storia scritta e la storia da scrivere: «In effetti - ammette - potrei essere un collegamento tra il maestro e l’allievo. Con Valentino ho conquistato titoli mondiali, stando attento che la gestione elettronica funzionasse al meglio. Posso dire come, alla fine, la vera gestione derivasse dal suo polso destro: era in grado di frenare fortissimo, pur mantenendo un’alta percorrenza di curva. Dote detenuta pure da Bezzecchi, veramente bravo in staccata e altrettanto rapido in piega. Questa è una delle caratteristiche ad accumunare Rossi e Marco in sella alla moto».
Umanamente, ha notato similitudini?
«Sì, nella lettura e interpretazione dei dati. Valentino amava capire dove e in quali tratti del circuito poter migliorare, Bezzecchi ha lo stesso atteggiamento, del resto comune a tutti i membri dell’Academy VR46. Parlo un lavoro veramente importante, perché aiuta a comprendere quanto e dove poter incrementare la velocità in curva e non solo. Questa meticolosità, vista in Marco, mi fa venire in mente la maniacale attenzione di Valentino».
Bezzecchi ha, per ora, vinto due Gran Premi. Pure lei si è sentito vincitore?
«Decisamente sì e, aspetto ancor più bello, l’emozione provata sia a Termas de Rio Hondo che in Francia. È stato come sentirmi, come dire, più... giovane. E non me l’aspettavo, anche perché pensavo a tutto fuorché a quanto avrei potuto divertirmi così dopo gli anni spesi insieme a Rossi. Invece, mi sto veramente godendo il campionato, l’operato nel box, i momenti con Marco. La piacevole sorpresa sta andando avanti, sono convinto che durerà ancora un bel po’ di tempo».
Da Rossi a Bezzecchi c’è un nuovo Flamigni.
«Sto vivendo un sogno a occhi aperti, inimmaginabile a priori. Ho con me un fortissimo pilota e una brava persona, davvero fedele alle caratteristiche di Valentino. Bezzecchi sa fare spogliatoio, tiene unita la squadra e, come saprete, Rossi era un esempio su tutti nel farlo. Marco scherza, tiene alto il morale del gruppo, trascorre tempo al fianco dei ragazzi, creando una piacevole atmosfera».
ConRossi,leihaaffrontatoepiegato sfide impossibili. Ne ha di inedite?
«Passare da essere telemetrista a capotecnico è già qualcosa di probante e stimolante. Dapprima, mi sentivo incerto se provarci o meno ma, in realtà, volevo uscire dalla zona confortevole occupata da anni. Ero l’ingegnere elettronico di Rossi e, nel modi mento del suo ritiro, desideravo cambiare mansione. Non mi sembrava corretto andare avanti nel medesimo ruolo senza Vale nel box, sentivo l’esigenza di evolvere, provarci. Sono stato fortunato, trovando Bezzecchi. Di meglio, cosa avrei potuto chiedere a me stesso e all’ambiente in cui vivo da anni?».
Ciprovi.Chiedaqualcosaallasua prestigiosa carriera.
«Tornare a lottare per il campionato nel mondo e, già che ci sono, vincerlo. Mi trovo nella condizione giusta, attorniato dalle persone giuste, equipaggiato da eccellente materiale umano e tecnico. I rinnovati stimoli mi conferiscono una carica inedita, come detto simile se non uguale alla forza generata insieme a Valentino. Per il resto, che dire? Amo il mio lavoro, perché in coabitazione con professionisti che amano il proprio. Forse è per questo che mi sono sempre divertito. Sì, con Rossi mi divertivo, a fianco di Marco mi diverto. A dispetto delle mie 53 primavere».
Primavere che sembrano estati, perché Matteo Flamigni è propositivo e solare. Proprio come i due piloti da lui narrati.
«Mi piacerebbe lottare per vincere il Mondiale e sono nel posto giusto»