Corriere dello Sport

Alcaraz si arrende allo stress

I crampi al n.1 proiettano Djokovic in finale a Parigi Crisi sull’1-1 del terzo set, con l’inerzia tutta dalla sua. «Avevo dolore in ogni parte del corpo»

- Di Lorenzo Ercoli

Djokovic l’aveva definita una relazione a distanza e al primo appuntamen­to Alcaraz è stato mangiato dalla tensione. Il primo, forse unico, big match della primavera del rosso si conclude in un nulla di fatto. Dopo due set di spettacolo i crampi hanno divorato lo spagnolo, facendo sì che Novak Djokovic si potesse fare strada verso la 34ª finale Slam della sua carriera.

Il serbo lascia lo “Chatrier” tra applausi e inspiegabi­li fischi di chi in alcune fasi della partita non ha capito molto. Il punteggio finale è di 6-3 5-7 6-1 6-1, mentre l’episodio incriminat­o si rifà all’1-1 del terzo parziale, quando i crampi hanno fermato gambe e braccia del numero 1 del mondo. Impossibil­itato per regolament­o a ricevere un trattament­o, in caso di crampi previsto solo nei cambi campo e non più di due volte a partita, l’iberico non ha avuto scelta che cedere il servizio senza giocare il game per poter ricevere l’intervento sull’1-2. Il pubblico parigino è stato così colto di sorpresa e in un momento di confusione se l’è presa con l’incolpevol­e Djokovic.

BEFFA. La contesa, però, c’è stata e per due ore non sono mancati gli spunti. Sfavorito per i bookmakers, il 22 volte campione Slam ha ricordato a tutti che certe partite sa come vincerle e che spesso solo il suo fisico può limitarlo. Nel primo parziale l’interpreta­zione di Nole è perfetta, evita il braccio di ferro che gli ha regalato tanti successi e spezza subito il ritmo del rivale spagnolo con palle corte, discese a rete e accelerazi­oni nelle prime fasi dello scambio.

Nel secondo set arriva, però, la reazione di chi campione Slam lo è già e sa di poter imporre il proprio tennis, cosa che viene agevolata da un primo boccheggia­mento di Djokovic, costretto a cedere campo. I crampi sono una beffa arrivata quando l’inerzia era tutta dalla parte del murciano, che invece firma la resa un’ora prima dell’effettiva stretta di mano.

LEZIONE. «Per me è dura e ho deluso me stesso, arrivavo a questo match con delle ottime sensazioni e fisicament­e mi sentivo alla grande - il rammarico dello sconfitto - All’inizio del terzo set ho iniziato a sentire i crampi ad ogni parte del mio corpo, non solo alle gambe. Speravo di avere una minuscola chance di riprenderm­i nel quarto set. Cosa è stato? Credo la tensione del match. Ero molto nervoso all’inizio e ho giocato due set intensi. Devo prenderla come una lezione e imparare per il futuro».

Precoce in ogni sua tappa, Alcaraz per la prima volta deve mettere in dubbio la sua legittimaz­ione da dominatore. Il paragone con i Fab 3 è immediato, ma allo stesso tempo ingeneroso per un ventenne costretto al confronto virtuale con i tre più grandi della storia. I tanti stop della stagione, con il forfait a Australian Open e Montecarlo, sono un tema ma non possono intaccare i traguardi di chi neanche un anno fa diventava il numero 1 più giovane della storia, il tutto dopo una serie di fallimenti delle generazion­i che lo avevano preceduto.

Le circostanz­e hanno intaccato la festa di Djokovic, ma non scalfiscon­o l’unicità della finale Slam numero 34, quella che potrebbe valere il titolo numero 23. A Parigi è la settima finale, il bilancio è di 2-4 con i successi del 2016 e del 2021 su Murray e Tsitsipas (poi tre sconfitte con Nadal e una con Wawrinka). «Ad inizio carriera ho avuto diversi problemi fisici e so come vengano influenzat­i dalle emozioni - le parole di Djokovic, che ha poi risposto anche alla parentesi sui fischi - Non mi interessa, non è la prima e non sarà l’ultima volta. Io continuo a vincere».

Domani l’avversario sarà Casper Ruud e Nole reciterà il ruolo del favorito nell’appuntamen­to con la storia.

Il serbo: «Capitava anche a me a inizio carriera. Colpa dell’emozione»

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GETTY IMAGES Novak Djokovic, 36 anni, si sincera delle condizioni di Carlos Alcaraz, 20, dolorante e claudicant­e all’inizio del terzo set

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