Corriere dello Sport

FRATTESI: PREFERISCO LA SERIE A «All’estero sì ma non adesso Valuterò gioco e progetto»

Roma in prima fila, poi Juve, Inter, Napoli e Lazio: cresce l’asta per il centrocamp­ista azzurro del Sassuolo che a Coverciano rivela la sua scelta: «Resterò ancora in Italia» «Mi piacerebbe una squadra che fa un bel calcio, magari con il centrocamp­o a tr

- Di Fabrizio Patania INVIATO A FIRENZE

La Premier è solvibile. La Roma è in fila dall’estate scorsa. Inter, Juve e Napoli sono iscritte a vario titolo alla corsa e mica si può escludere la Lazio: sarebbe il sogno (proibito) di Sarri. Occhio alle valutazion­i iperbolich­e e alla volontà del giocatore, di solito rilevante quando si discute di trasferime­nti. Davide Frattesi preferireb­be restare in Serie A, non solo e non tanto in chiave azzurra, come ha raccontato a Coverciano. «Nella mia carriera ho sempre fatto un passo alla volta. Tre anni in B (Ascoli, Empoli, Monza) e poi due stagioni di Serie A con il Sassuolo. Almeno nella mia testa, credo di dover fare un altro passaggio in una squadra italiana per prepararmi. Prima o poi andrò all’estero, ne sono convinto, ma bisogna arrivarci pronti e attraverso il percorso giusto». L’azzurro e l’atmosfera rilassata nell’aula magna gli hanno consentito di attraversa­re nel modo giusto l’argomento mercato. Così è venuto fuori l’identikit disegnato dal centrocamp­ista di Fidene, 7 gol in 36 presenze nell’ultimo campionato. L’upgrade significa giocare in Europa. «Mancini è molto attento anche ai giocatori dei club di media classifica, altrimenti non sarei qui. Nella scelta non inciderà il blasone, ma la possibilit­à di giocare partite di livello internazio­nale, ti possono dare appeal e spessore. Sarebbe importante in chiave azzurra». Allargando il discorso, un posto garantito da titolare aiuterebbe senza essere decisivo. «E’ un aspetto importante, non primario. In qualsiasi top club c’è competizio­ne, nessuno ti assicura una maglia. E lottare per il posto è uno stimolo».

ATTESA. Frattesi l’estate scorsa era rimasto sul filo sino all’ultimo giorno. Questa volta cercherà di isolarsi, senza correre dietro alle indiscrezi­oni. «Ringrazio il Sassuolo e Dionisi perché l’inizio della stagione non è stato facile. Quest’estate bisognerà prendere delle decisioni importanti, ma ci penseranno Carnevali e il mio procurator­e, a cui ho chiesto di non dirmi niente e di chiamarmi solo se sono cose importanti. Vorrei viverla con maggiore tranquilli­tà». Ha capito che il contesto e il percorso di crescita possono determinar­e la carriera più dei soldi. Trovare un allenatore che utilizza il 4-3-3 o il 3-5-2 lo aiuterebbe a scegliere. «Prenderò in consideraz­ione il progetto, il modulo, il gioco. Mi piacerebbe una squadra che gioca bene e magari con il centrocamp­o a tre, diverso

da una linea mediana a due».

ESEMPIO BARELLA.

Si fida di Carnevali. All’epoca in cui bisognava scegliere se rientrare al Sassuolo o andare al Monza, condiviser­o una decisione che gli permise di conoscere Berlusconi. «Condoglian­ze alla famiglia, ho un bel ricordo del presidente, è stato un anno bellissimo in Brianza. Ricordo un episodio. Ero in vacanza alle Maldive, andò a pranzo con Carnevali, mi voleva al Monza per inseguire il sogno della Serie A. Lo ricordo con grande affetto, è stata una figura importante». A Coverciano, invece, si è messo nella scia di Barella. «Un esempio, il migliore nel ruolo. Lo studiavo in video, ora posso vederlo da vicino, fa anche gli assist, è bravissimo. Ecco cosa devo migliorare se voglio aspirare al massimo. A volte sbaglio la scelta al limite dell’area». Così ha inquadrato la semifinale di Nations. «La Spagna ha sempre avuto un centrocamp­o fortissimo. Basta ricordare Busquets, Xavi, Iniesta, ma anche i nuovi non sono scarsi. Dovremo restare stretti, compatti, evitando le imbucate e cercando di ripartire bene». Dentro l’estate azzurra, è giusto tirarsi su. «Ha ragione Guardiola. Penso ci sia una percezione sbagliata del calcio italiano, noi siamo i primi a denigrarlo. Se arriva un giocatore dalla Premier si pensa subito che sia più forte, invece non è vero. Ci sono molti esempi». Un italiano vero.

«Devo continuare a crescere. Barella un esempio, ora lo studio da vicino»

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GETTY Davide Frattesi, 23 anni, 72 partite e 11 gol in Serie A, 4 presenze in Nazionale 30% alla Roma in caso di cessione
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GETTY Frattesi in azzurro

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