Jorginho per ritrovare la magia di Wembley
Domani come a Euro 2021: alla Spagna l’ultimo rigore Tanti giovani centrocampisti ma ci manca il regista del futuro e Mancini riparte dal brasiliano
Due anni dopo Wembley e l’ultimo rigore realizzato in azzurro, Unai Simon da una parte e palla dall’altra, ciak e si gira di nuovo con Jorginho. Busquets ha dato l’addio alla Spagna e al Barcellona. Mancini non cambia regìa. L’Italia riparte dal play di origine brasiliana, 32 anni a dicembre, convocato per la prima volta da Ventura nell’autunno 2017, i pilastri si chiamavano De Rossi e Parolo, e gli azzurri sarebbero stati esclusi dal
Mondiale in Russia nelle settimane successive. Ecco la verità, sinora nascosta dal dibattito relativo al centravanti e all’esigenza di andare in Argentina a scovare Retegui. Non è ancora sbocciata un’alternativa credibile al play ex Chelsea e Napoli, da gennaio all’Arsenal. Lui e Verratti, ancora e comunque. Il ct non rinuncia alla formula del doppio regista, giocheremo così domani a Enschede, semifinale di Nations, di fronte alle Furie Rosse. Era il segreto dell’Italia campione d’Europa, poi non ha più funzionato. Una coppia discussa a lungo durante il girone che ci ha estromesso da Qatar 2022, dopo la disfatta di Palermo con la Macedonia e anche in epoca recentissima, con riferimento esplicito al ko di Napoli con l’Inghilterra, fine marzo.
LIVELLO TOP. Mancini fa un ragionamento semplice, non li ha solo protetti. Jorginho e Verratti non sono entrati in età pensionabile, possono ancora dare alla causa azzurra, sono gli unici di livello internazionale che abbiamo. Frequentano la Champions, uno gioca in Premier, l’altro al Psg. E poi contano le caratteristiche. Cristante, il dodicesimo preferito dal ct, è un jolly e può interpretare quel ruolo con altre caratteristiche. Ha fisicità e non lo stesso palleggio, come Locatelli, escluso dalla lista Nations: Allegri lo ha inventato davanti alla difesa, ma concepisce un altro tipo di calcio, gli vanno bene due mediani, come accadde al Milan quando rinunciò a Pirlo. Tonali, prestato all’Under 21 per la fase finale dell’Europeo di categoria, viene considerato un interno, non un regista,. Piace Samuele Ricci del Toro, convocato da Nicolato, ma è di prospettiva, non ancora pronto. Deve crescere (e per Mancio può fare molto di più) Salvatore Esposito, debuttante un anno fa in azzurro, preso a gennaio e retrocesso in B con lo Spezia. Chissà se Fagioli, ora fermo per infortunio, può diventare un play. Casadei, Pallone d’Oro al Mondiale Under 20, è un assaltatore. Frattesi ha corsa, Lorenzo Pellegrini è un trequartista. Ci manca il volante davanti alla difesa. Il ruolo richiede maturità e specializzazione: Cataldi, con Sarri, l’ha raggiunta dopo un lunghissimo percorso.
IL TRIO. Così andremo a caccia del titolo di Nations con Jorginho metronomo, i ricami di Verratti sul centro-sinistra e Barella interno destro. Si tratta dello stesso centrocampo impiegato con la Spagna nella semifinale dell’Europeo 2021, vinta ai rigori (1-1 dopo i supplementari) dopo l’ultimo gol di Jorginho. Tutti sappiamo come sarebbe andata dopo: l’errore in finale con l’Inghilterra riparato da Donnarumma, il rigore bloccato da Sommer a Basilea e quel pallone sparato sopra la traversa all’Olimpico nel doppio confronto diretto con la Svizzera. Sarebbe bastato realizzarne uno per garantirsi l’ingresso in Qatar, ma non è più il caso di farsi del male con i rim
pianti. Jorginho e Verratti domani dovranno prendere per mano l’Italia e guidarci fuori dalla crisi. La Nations non conta come un Europeo o un Mondiale, ma un successo ci aiuterebbe a immaginare il futuro in altro modo e senza aggrapparsi soltanto all’argento iridato dell’Under 20. La Next Gen già assiste la Spagna. Anche senza Busquets, Xavi e Iniesta, De La Fuente non può certo lamentarsi. Gavi, anni 18, illuminerà le Furie Rosse. Lo sosterrà Rodri del City, decisivo a Istanbul, miglior giocatore della finale di Champions.