Corriere dello Sport

Immobile e Pellegrini il feeling oltre il derby

Ciro: «Ci completiam­o. In campo diamo l’esempio» Lorenzo: «Lui è perfetto per farmi verticaliz­zare»

- Di Fabrizio Patania INVIATO A FIRENZE

Sono amici, divisi solo da Lazio e Roma. Sul campo formerebbe­ro la coppia perfetta, quasi mai vista in azzurro, separati dagli infortuni e dal destino avverso. Lorenzo Pellegrini non è diventato campione d’Europa perché uno stiramento, nei primi giorni di preparazio­ne, lo fece fuori dalla lista. Ciro Immobile, negli ultimi quindici mesi, si è fermato ogni volta in cui Mancini stava per convocarlo. Domani chissà, ma le previsioni non sono favorevoli. Il capitano della Roma parte in alternativ­a a Verratti. Il capitano della Lazio deve battere la concorrenz­a di Retegui. Ieri erano seduti accanto su una panchina di Coverciano per la diretta organizzat­a dai social della Nazionale. Si sono divertiti. Non hanno nascosto un certo tipo di intesa. «Ne parliamo spesso, ci completiam­o - ha raccontato Ciro - Lorenzo ha una visione di gioco periferica, sa dove mettere la palla e in che tempi, per un attaccante è il top. E’ capitato sabato con la Primavera del Cagliari: appena mi sono smarcato, mi ha lanciato. Poi sono stato fermato in fuorigioco, ma con lui è più semplice trovarsi davanti alla porta. Quando è possibile, in nazionale sfruttiamo al massimo queste potenziali­tà». Lorenzo gli ha dato ragione. «Mi piace verticaliz­zare e per le mie qualità Immobile è l’attaccante perfetto. Sa alla perfezione qual è il tempo di attaccare lo spazio

e capisce quando stai per dargli il pallone».

RISPETTO. Sarebbe bello vederli insieme. E’ stato piacevole ascoltarli. Da Coverciano è rimbalzata la testimonia­nza di un’amicizia vera, sana, coltivata nel modo giusto. Ecco cosa ha raccontato Immobile. «Siamo i due capitani, tutto parte da noi, bisogna portare enorme rispetto per i giocatori e per la squadra, ognuno lotta per i propri colori. Quando ci ritroviamo a Coverciano si parla di tutto, tranne che di Lazio e Roma. Nel derby siamo io contro di lui, ci stringiamo la mano e ci abbracciam­o, con rispetto, poi giochiamo.

Dobbiamo dare l’esempio, sono i veri valori dello sport». Pellegrini è entrato nella stessa scia. «Io e Ciro siamo sempre stati grandi amici, fuori non è problema. Ho anche altri amici che hanno scelto di tifare per un’altra squadra, non quella giusta per me. Lo dico sempre. Se mi ritrovassi in campo contro mia madre, farei di tutto per vincere. Quando finisce la partita, torniamo amici, almeno tra noi due il rispetto in campo non manca mai, si usa rispetto con chi dà rispetto, un po’ meno con chi non lo porta». Ora c’è la Spagna da affrontare. Ciro, nel 2014 e con Prandelli ct, debuttò al Vicente Calderon. «Quello stadio non esiste più. Entrai negli ultimi 15 minuti e non toccai un pallone, ce l’avevano sempre loro, ma che emozione». Lorenzo, a segno nell’ultimo incrocio a San Siro con le Furie Rosse, ricorda il precedente all’Europeo Under 21: «Finì 3-1 al Dall’Ara, un gol mio e doppietta di Chiesa». E ora? «Ci crediamo, siamo pronti».

Il racconto sincero in diretta sui social E una promessa: «Noi ci crediamo»

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Immobile e Pellegrini nella diretta social della Nazionale

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