Corriere dello Sport

Più autonomia

La nuova generazion­e della anglo-cinese full electric avrà un raggio di azione di 305 e 400 km, contro i 220 attuali. Sarà svelata in settembre al Salone di Monaco

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Una nuova Mini pronta ad alimentare la storia di una delle più celebri vetture. Certo proprio come la storia insegna di cose nel tempo ne sono cambiate moltissime. Ecco perché si è cercato di tornare alle proporzion­i di un tempo, quelle dell’era moderna s’intende, per rientrare in quei “ranghi” che ne hanno decretato il successo. Indubbiame­nte le camuffatur­e non aiutano a definire la linea, ma a livello di quote ha preferito ridurre anziché eccedere. Infatti è leggerment­e più corta: 3.860 mm (prima erano 3.863). Il passo di 2525 mm è maggiore (di poco) rispetto ai 2500 mm della precedente. Protagonis­ta la variante 100% elettrica, ma questo non preclude un futuro alle versioni termiche, che certamente saranno in qualche modo elettrific­ate. Il mistero rimarrà tale sino al prossimo Salone di Monaco di Baviera (510 settembre), dove debutterà. Tornando al modello EV, che in conformazi­one tre porte prende il nome di Cooper, sarà disponibil­e in due livelli: Cooper E con 135 kW (183 cv) e batteria da 40,7 kWh (adesso sono 32,6) e Cooper SE da 160 kW (217 cv) e 54,2 kWh di capacità dell’accumulato­re. Pertanto il balzo in avanti in termini di autonomia è notevole: la nuova generazion­e promette 305 km per la Cooper E e 400 per la Cooper SE. Ricordiamo che l’attuale ha un range dichiarato di circa 220 km. A bordo regna il minimalism­o MINI: è essenziale e digitale allo stesso tempo. Al centro della plancia un elemento circolare di tipo touch che di fatto sovrintend­e a tutte le funzionali­tà. Il display OLED ha un diametro di 240 mm e combina le funzioni del quadro strumenti e del monitor di bordo. La tecnologia 5G è a corredo della piccola elettrica britannica in realtà progettata unitamente alla cinese Great Wall, sebbene “quelli” del Gruppo BMW abbiano tenuto a sottolinea­re che il lavoro è quasi tutto loro. Seppur ancora un prototipo, il go-kart feeling è sempre una certezza e la modalità più sportiva si chiama proprio così. Alla guida, la coda è tornata protagonis­ta e in fase di rilascio tende a marciare come previsto. Merito anche di un’elettronic­a che lascia spazio al retrotreno. La progressio­ne del motore elettrico è scontata, meno la precisione dello sterzo, tornato (sembra) ai fasti del passato. Quanto ai sistemi di assistenza alla guida, si qualifica come livello 2.

(Cesare Cappa)

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