Corriere dello Sport

A Berrettini serviranno solo tempo e partite

Fermo da aprile, ko a Stoccarda Ieri post: «Difficile avere pazienza»

- Di Edoardo Innocenti

Un timido saluto al pubblico e poi giù con il viso rivolto verso il basso e la mano a coprire un fiume di lacrime. Non è andato come lui e i suoi tifosi sognavano il rientro nel circuito di Matteo Berrettini. L’azzurro, fermo da metà aprile per l’infortunio all’addome subito al Masters 1000 di Montecarlo, è tornato in campo a Stoccarda, in occasione dell’ATP 250 che apre la stagione sull’erba. Il Boss Open, il torneo sponsorizz­ato dal brand che ha lanciato il tennista romano nel mondo della moda dentro e soprattutt­o fuori dal campo.

La manifestaz­ione che due volte Berrettini ha vinto, nel 2019 e nel 2022, e che quest’anno doveva rappresent­are la tappa del rilancio per provare ad arrivare a Wimbledon nelle migliori condizioni possibile. Al contrario, è stato un fallimento da tutti i punti di vista. Innanzitut­to nel sorteggio, che gli ha posto come avversario al debutto il suo migliore amico nel circuito, Lorenzo Sonego. I due, che hanno un solo anno di differenza, hanno condiviso più o meno tutto sin dalle categorie giovanili, in cui entrambi facevano fatica a colleziona­re successi significat­ivi. Non si parlava di Berrettini come possibile nuova stella del tennis italiano, non si parlava di Sonego

come giovane di grande prospetto. Con il lavoro, la personalit­à e i centimetri ereditati dalla rispettiva famiglia hanno messo tutti a tacere realizzand­osi come giocatori e come uomini.

ANTIPODI. Oggi, però, vivono due momenti diametralm­ente opposti. E sul verde della città tedesca si è visto tutto. Mentre Lorenzo saltava, spingeva e disegnava con la racchetta, Matteo metteva in mostra tutto il peggio del suo repertorio. Poca continuità al servizio, poca precisione con quel dritto che tante gioie gli ha dato negli anni, poca solidità sul lato sinistro, tra rovesci coperti tirati fuori e uno slice che sarebbe efficace solo se accompagna­to da un dinamismo tale da poter poi aggredire con il dritto. Al momento, purtroppo, Berrettini si può definire in tutti i modi meno che dinamico. Matteo si trova nella scomoda posizione di cercare di ritrovare il ritmo con la sfortuna di doverlo fare sulla superficie che dà meno ritmo in assoluto. Inoltre la triste partita con Sonego, finita 6-1 6-2 per il torinese in un’ora e 11 minuti, getta ombre anche sull’effettivo reintegro fisico di quello che a lungo è stato il numero 1 d’Italia e che la prossima settimana si ritroverà fuori dalla top 30 del ranking ATP. Nel corso degli ultimi game, infatti, l’atleta capitolino si è piegato in avanti più di una volta facendo temere un nuovo problema. Fortunatam­ente si tratta solo di difficoltà respirator­ie: non è la prima volta, in passato ha anche ammesso di essere asmatico.

IL POST. Certo è che la forma latita e il giocatore visto a Stoccarda alimenterà le critiche degli addetti ai lavori e degli haters sui social network, con all’orizzonte la scadenza dei punti conquistat­i un anno fa vincendo il Queen’s. Piove sul bagnato. Ed è un gran peccato, perché per caratteris­tiche Berrettini rimane uno dei pochi in grado di interpreta­re nel modo corretto le particolar­i esigenze del tennis sull’erba. «Bisogna essere realisti - scrive su Instagram - e sapere che per raggiunger­e il mio miglior livello avrò bisogno di tempo e partite. A volte è difficile chiedere pazienza a se stessi». Fa male ammetterlo, ma la verità è che da quella finale di Wimbledon del 2021 seguita dagli abbracci sul prato di Wembley agli azzurri del pallone, vincitori dell’Europeo, sembra passata davvero un’eternità.

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