Corriere dello Sport

Marquez ad Assen in versione prudente

Lo spagnolo: «Voglio soltanto lasciarmi la Germania alle spalle» Intanto Lecuona sostituirà Rins

- Di Mirco Melloni

Un pollice fratturato, una caviglia gonfia e le amorevoli cure della nuova fidanzata Gemma Pinto. Così si è mostrato Marc Marquez nelle stories su Instagram lunedì sera, lasciando i dubbi sulla propria presenza in Olanda.

Dubbi fugati ieri, quando la preview ufficiale del team Honda-Repsol ha riportato le parole di Marquez. Anche se riesce difficile riconoscer­e l’otto volte iridato in frasi come «Voglio soltanto lasciarmi il Sachsenrin­g alle spalle» e «Voglio soltanto raccoglier­e dati per gli ingegneri prima della pausa».

Nessuna invenzione, quel tono Marquez lo aveva mostrato già sabato in Germania, dove dopo tre cadute in qualifica aveva scelto di correre la Sprint quasi di conserva, salvo rimediare un ulteriore volo - il peggiore dei cinque nel weekend nell’amato Sachsenrin­g, dove era imbattuto dal 2010 - domenica mattina e scegliere di rinunciare al GP.

PRUDENTE.

La crisi della Honda è tale che persino Marquez ha dovuto far prevalere un lato che in 30 anni di vita era sempre rimasto nascosto. L’altra faccia della luna è quella di un Marc votato alla prudenza, virtù che non sembrava appartener­e al catalano. Ma di fronte a una moto poco competitiv­a e decisament­e ribelle, non sembra esserci altra soluzione.

Anche perché ad Assen, come in Germania, saranno soltanto due i titolari designati della Honda presenti: Joan Mir (mano) e Alex Rins (gamba fratturata) sono ancora out. A meno di un recupero dell’ultima ora di Mir, la Honda schiererà due rimpiazzi: il tester Stefan Bradl, in pista ieri e oggi a Misano, sarà il secondo ufficiale, mentre il pilota Superbike Iker Lecuona rileverà la moto di Rins nel team di Lucio Cecchinell­o, dopo averlo già fatto con la RC213V di Marquez due mesi fa a Jerez.

RISCHIO.

Ventisei cadute a fronte di venti punti presi in sette GP: il team ufficiale Honda vive una Caporetto peggiore rispetto al 2020, quando quantomeno poteva “nasconders­i” dietro l’improvvisa assenza di Marquez, infortunat­osi al debutto a Jerez, e al 2022. A Tokyo hanno cambiato piloti - con Mir e Rins accanto a Marc - e direzione tecnica con l’arrivo di Ken Kawauchi, ma la regression­e non si arresta.

In Germania, nel weekend più nero, il presidente HRC Koji Watanabe si è lanciato in una previsione coraggiosa: «Abbiamo scoperto il problema della moto e contiamo di risolverlo entro la fine dell’anno». Dovesse andare in questo modo, la Honda riuscirebb­e a risollevar­e il presente e salvare un futuro che appare incerto, con le voci di un divorzio anticipato da Marquez - a quel punto diretto in KTM - che per quanto rappresent­ino un’ipotesi complicata da attuare, continuano a risuonare nel paddock.

BAUTISTA. Con Bradl, a Misano ha girato anche la Ducati, con Michele Pirro e Alvaro Bautista, in pista nel test-premio con la Desmosedic­i GP. «Non guidavo una MotoGP da cinque anni ha detto il campione in carica della Superbike - e tutto è cambiato parecchio: elettronic­a, freni, dispositiv­i, aerodinami­ca. Mi sono trovato a mio agio, il mio obiettivo è divertirmi. I risultati, invece, li inseguirò a Donington fra dieci giorni».

Ma se il secondo titolo SBK dovesse arrivare in anticipo, Bau potrebbe correre una gara in MotoGP da wild card.

Per Bautista c’è il test-premio: va in pista con la Desmosedic­i GP

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DUCATI CORSE Alvaro Bautista 38 anni

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