Coach Brienza: La mia Pistoia ha fatto un’impresa eccezionale
A tre anni dall’autoretrocessione, il club toscano è tornato in serie A con i giovani
I tifosi cantano abbracciati “Destinazione Paradiso” scandendo ogni successo di Pistoia. Fino all’ultima, decisiva vittoria ottenuta ad Asti, contro Torino, in gara-4, per il salto in serei A. Un inno premonitore: la Giorgio Tesi Group è nel Paradiso dei canestri, giusta dimensione per una città che vive di basket. Il coronamento di un progetto iniziato la scorsa stagione che porta la firma del presidente Massimo Capecchi, del direttore sportivo Marco Sambugaro e del coach Nicola Brienza.
Il 43enne allenatore ha realizzato con i suoi giocatori un’impresa autentica. L’autoretrocessione di tre anni fa sembrò l’inizio di una fase discendente. Invece è stata la scelta che ha fatto scattare la molla per programmare il ritorno nella massima serie.
«Questa promozione è stata una favola», dice Brienza, entusiasta.
Coach, perché la definisce una favola?
«Non è scontato vedere giovani mettersi in gioco, in un gruppo intenzionato a primeggiare, al punto da risultare determinanti. Ad agosto c'era voglia di fare un bel campionato, tuttavia l’inesperienza e il roster corto non erano punti a nostro favore. Abbiamo in squadra elementi di valore ed esperienza come Magro e Saccaggi, ma non eravamo favoriti. Siamo diventati i più bravi: per questo è una favola».
Saccaggi, due promozioni con Pistoia: un caso più unico che raro, vero?
«Bella storia la sua. Arrivò qui ragazzino, oggi è un’istituzione, ha contribuito a scrivere pagine storiche per questo club e ciò avvalora i concetti di continuità e valorizzazione sposati dal club».
Autoretrocessionenel2020,Serie A nel 2023: un’impresa eccezionale?
«È qualcosa di speciale: sicuramente è capacità di saper progettare e volontà di vincere. Decidere
per l’autoretrocessione è stata una mossa lungimirante e, considerando il Covid, anche fortunata. Lo scorso anno eravamo con Capo d’Orlando, poi retrocesso, il roster più giovane. Ora siamo ancora tra le più giovani, ma siamo promossi».
Il percorso di Pistoia è stato virtuoso: quando ha capito di poter arrivare in A?
«Siamo stati continui, poi abbiamo perso Del Chiaro per infortunio, e le rotazioni sono diventate ridotte: eppure abbiamo