IL VEDOVO ALLEGRI C’è l’allenatore dietro le prime scelte forti
L’ex ds del Napoli ha subito condiviso e attuato il piano strategico suggerito dal tecnico. Giocatori esclusi dal progetto, cessioni e prestiti da perfezionare: tutto per tentare di migliorare la squadra
Sopravvissuto alla rivoluzione societaria, Max si ritrova garante della juventinità Ma il feeling con Scanavino e Giuntoli è scattato in fretta
Ricordi di un’altra Juve che non c’è più. Andrea Agnelli e Bonucci liquidati in poche ore nella serata di giovedì, uno con l’addio alla Superlega e l’altro con l’esclusione dai piani tecnici. Non serviva un ingegnere per capire che la Juve stesse segnando il passo. In maniera ancora più netta, perché altrimenti non si fanno un comunicato e una comunicazione di quel calibro in un pomeriggio. Il comunicato legalfinanziario del club che saluta l’idea del vecchio presidente e ammicca all’Uefa; e la comunicazione vis à vis con Giuntoli e Manna ad avvisare Bonucci, sesto all time per presenze bianconere, che è sul mercato. Frutto della rivoluzione, strategica e gestionale, imposta da John Elkann diversi mesi fa, quando la Juve andava incontro ai processi sportivi, i bilanci sanguinavano e, per il Gruppo, “la squadra” era diventata quasi un peso. O si cambia, o si cambia. E hanno cambiato. Giusto? Sbagliato? Più semplicemente tempi che corrono.
MAX. Una sola la nota di continuità, impossibile da non inquadato drare subito. Allegri è ancora lì, trait d’union tra vecchio e nuovo corso. Il motivo è semplice: oltre il contratto e le critiche, il suo lavoro lo sa fare e lo sa fare bene, ha fatto esordire 10 ragazzi nell’ultimo anno, si è caricato di responsabilità nel momento del bisogno e senza penalizzazione avrebbe portato anche i 70-80 milioni della Champions, in pratica un altro Vlahovic. Gioco senza idee e spettacolo? Detto che risponderebbe di andare a teatro, se uno arriva dalla scuola di Lippi e Capello in primis pensa al risultato (alla Juve è sempre l’unica cosa che conta, giusto?). Allegri senza il -10 il risultato l’ha ottenuto, peraltro tra mille problemi. E ora, dall’alto del suo naturale status sorridente, il tecnico si gode la fiducia dell’ad Scanavino
e del club e modella la nuova creatura.
SOCIETÀ. A livello di vertici, intanto, sono stati chiari fin da subito gli input di John Elkann: taglio netto con i comportamenti della vecchia gestione, comunque ringraziata per la storica striscia di successi. Ma non più spese folli, non più rischi facilmente individuabili e non più Superlega. E di conseguenza rientro nei ranghi Uefa, sia di regole che di rapporti. Il presidente Ferrero e l’ad Scanavino hanno soltanto seguito all’indicazione della proprietà. «Juventus conferma di aver iniziato la procedura di uscita...»: a rileggerlo sembra quasi uno slogan. E intanto i rapporti con le istituzioni calcistiche sono riallacciati e la Juve non fa ricorso per l’esclusione dalla Conference salvando la Champions 24-25. Il tutto mentre Andrea Agnelli era ancora pronto a scommettere sulla riuscita del piano Superlega. Ma ormai, questo è sicuro, la Juve va in un’altra direzione. L’opposta.
Politiche nuove e ciao Superlega Ma il cambiamento è anche in campo
Liquidata la Bbc, lanciati dieci giovani in un anno Max ha idee chiare
CAMPO. E nel frattempo perché non stravolgere anche l’area sport? Così la Juve ha sviluppato il corteggiamento di mesi e si è portata a casa Cristiano Giuntoli, direttore tecnico che vale un top player. Se non basta il capolavoro dello scudetto del Napoli, si può immaginare un uomo di calcio che sa gestire la materia, con modi di una volta e tempistiche moderne. Proprio Giuntoli, accompagnato dal ds Manna - un’altra delle novità degli
ultimi mesi - è andato a casa di Bonucci per comunicare che la Juve di oggi non lo ritiene adatto ai piani tecnici e che quindi l’ha messo sul mercato. Giuntoli lavora ovviamente a stretto contatto con Allegri. Uomo di calcio con uomo di calcio, alla ricerca di nuove strade che soddisfino i limiti societari e diano risultati sportivi. I tempi moderni, ormai, hanno dimostrato che è possibile. Allegri, conoscendo l’ambiente bianconero come le sue tasche, in questo momento illustra cosa bisogna fare. Cessioni, prestiti, esuberi. E Giuntoli capisce al volo e integra, coadiuva, sviluppa. A volte, come nel caso di Bonucci, nell’esercizio delle sue funzioni esegue.
LINEA. E quindi ciao Agnelli, ciao Bonucci. Pezzi di Juve. Perché nove scudetti di fila e la Bbc non finiscono mai, sono un’epoca di storia del nostro calcio. Però è il passato. Ora c’è una linea chiara: proprietà - amministratori - capi settore, con primo obiettivo riportare tutti i conti in linea di galleggiamento. Elkann, Ferrero, Scanavino. E poi, dalla parte sportiva, Giuntoli e Allegri. Già, alla Juve è cambiato tutto. Tranne Max.