Ciro come un re sotto le Tre Cime
INVIATO AD AURONZO - Quando è arrivato in albergo, sotto le Tre Cime di Lavaredo, i bambini della Lazio lo aspettavano. Erano quasi le dieci di giovedì sera: «Ciro non ci lasciare! Non te ne andare in Arabia». Immobile ha salutato ed è entrato nella hall dell’hotel Auronzo, dove lo aspettavano Sarri e i suoi compagni. Il capitano ha ricevuto una grande accoglienza. Era sereno e sorridente. Mau lo ha abbracciato. Lotito non corre rischi. Niente lascia immaginare un suo addio anche se certe offerte in arrivo dalla Saudi League (Al Shabab e Al-Wahda) potrebbero farlo riflettere, come sta capitando a qualsiasi altro calciatore. Conterebbero, in realtà, gli effetti. Ciro ha bisogno di coccole e di sentirsi considerato, vuole solo tornare al centro della scena. Per ora pensa alla Champions e alla stagione del suo rilancio con la Lazio. Non ha intenzione di chiudere in anticipo con la Serie A, nel 2024 punta ad andare all’Europeo in Germania con la Nazionale di Mancini. I tempi non sono maturi per una pensione dorata in Arabia Saudita, le esperienze all’estero (Bundesliga e Liga) all’inizio della carriera lo hanno segnato. Ama vivere in Italia e non allontanarsi dalla famiglia, la Lazio è nel suo cuore. Deve solo mettersi alle spalle l’ultimo anno, tormentato dagli infortuni.
SCENARI.
Ora si sente bene, era tornato in forma alle ultime curve del campionato dimostrando nella semifinale di Nations League del 15 giugno una condizione atletica in progresso. Ieri mattina è entrato in campo per il primo allenamento del precampionato con la Lazio ed è stato acclamato dai tifosi saliti ad Auronzo. Cori e applausi per Ciro, a segno con un bellissimo destro in diagonale. Durante un time out della seduta anche un breve colloquio con Sarri. Immobile era e resta la punta di diamante della squadra biancoceleste, deve solo allenarsi con continuità e gestirsi nel modo migliore, curando i suoi muscoli. Mau non ha alcuna intenzione di metterlo in discussione: il miglior Ciro non avrebbe bisogno di cambi, il posto è suo. In previsione della Champions e del campionato, in cui bisognerà tentare un altro miracolo per entrare tra le prime quattro senza Milinkovic, bisogna cautelarsi. Un giovane da tirare sarebbe l’ideale, considerando anche l’opzione Felipe in versione falso nove. Un cambio di esperienza e più consistente darebbe garanzie superiori per gestire il capitano con tranquillità e in caso di infortuni. Chiunque arrivi, è chiaro, dovrà accontentarsi di uno spazio limitato: vice Immobile.
L’abbraccio di Sarri i bambini in festa gli chiedono di restare: applausi e gran gol