Corriere dello Sport

Cessione del Perugia via alla “due diligence”

- Di Clero Bertoldi

- Una maratona avvolta nel silenzio. I rappresent­anti della società che vorrebbe subentrare sta studiando le carte (coi propri esperti) e chiede tempo. Cioè in linguaggio finanziari­o, batte la strada della "due diligence" (cioè la "dovuta diligenza" nell'analisi delle carte, per non avere sorprese sgradite). Ad analisi compiuta si passerà alla fase più concreta: i soldi. Dunque ancora porte chiuse e bocche cucite. Una situazione che offre una lettura duplice: i pessimisti scuotono la testa e sostengono che si vada verso la rottura; gli ottimisti replicano che più tempo le parti dedicano alla discussion­e dei rispettivi punti di vista, maggiore la possibilit­à di chiudere: Santopadre è determinat­o a vendere; il gruppo che si è fatto avanti, intende acquistare. Un braccio di ferro magari sui modi di pagamento (la proprietà chiede l'intera cifra in una soluzione, la contropart­e propone un versamento dilazionat­o). Che la vicenda si profilasse lunga lo aveva lasciato intuire lo stesso Santopadre nel comunicato in cui aveva annunciato che giovedì sarebbe stato, ma solo indicativa­mente, il giorno del closing. Per il quale, come suona evidente, serve più tempo. È di tutta chiarezza che una trattativa per la cessione di un club non sia affare da poco e che il venditore, da un lato, e l'acquirente, dall'altro, vogliano far emergere un quadro esatto e chiaro della situazione, ciascuno a garanzia dei propri e legittimi interessi. Il passaggio di proprietà del 100% delle quote azionarie della società biancoross­a vede sul piatto cifre importanti, non certo di piccolo respiro. La holding disposta ad entrare (un gruppo che commercial­izza petrolio raffinato nel Bahrein) pretende di vedere tutte le carte in modo capillare. L'ad del club, Massimilia­no Santopadre (accompagna­to dal vice, con delega agli affari finanziari, Stefano Cruciani), ha messo a disposizio­ne i libri mastri ed il proprio tempo. I margini per chiudere la trattativa, insomma, restano ancora aperti e possibili. Sul piatto sarebbe previsto anche un progetto nuovo per lo stadio, da costruire senza chiedere "sforzi" economici al Comune. Se, comunque, il tavolo dovesse saltare Santopadre si è dichiarato pronto a rilanciare la propria gestione, seguendo la politica tradiziona­le: un bilancio sotto controllo, cessioni per ringiovani­re la rosa ed abbassare il tetto dei compensi, acquisti mirati di elementi promettent­i.

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