Cessione del Perugia via alla “due diligence”
- Una maratona avvolta nel silenzio. I rappresentanti della società che vorrebbe subentrare sta studiando le carte (coi propri esperti) e chiede tempo. Cioè in linguaggio finanziario, batte la strada della "due diligence" (cioè la "dovuta diligenza" nell'analisi delle carte, per non avere sorprese sgradite). Ad analisi compiuta si passerà alla fase più concreta: i soldi. Dunque ancora porte chiuse e bocche cucite. Una situazione che offre una lettura duplice: i pessimisti scuotono la testa e sostengono che si vada verso la rottura; gli ottimisti replicano che più tempo le parti dedicano alla discussione dei rispettivi punti di vista, maggiore la possibilità di chiudere: Santopadre è determinato a vendere; il gruppo che si è fatto avanti, intende acquistare. Un braccio di ferro magari sui modi di pagamento (la proprietà chiede l'intera cifra in una soluzione, la controparte propone un versamento dilazionato). Che la vicenda si profilasse lunga lo aveva lasciato intuire lo stesso Santopadre nel comunicato in cui aveva annunciato che giovedì sarebbe stato, ma solo indicativamente, il giorno del closing. Per il quale, come suona evidente, serve più tempo. È di tutta chiarezza che una trattativa per la cessione di un club non sia affare da poco e che il venditore, da un lato, e l'acquirente, dall'altro, vogliano far emergere un quadro esatto e chiaro della situazione, ciascuno a garanzia dei propri e legittimi interessi. Il passaggio di proprietà del 100% delle quote azionarie della società biancorossa vede sul piatto cifre importanti, non certo di piccolo respiro. La holding disposta ad entrare (un gruppo che commercializza petrolio raffinato nel Bahrein) pretende di vedere tutte le carte in modo capillare. L'ad del club, Massimiliano Santopadre (accompagnato dal vice, con delega agli affari finanziari, Stefano Cruciani), ha messo a disposizione i libri mastri ed il proprio tempo. I margini per chiudere la trattativa, insomma, restano ancora aperti e possibili. Sul piatto sarebbe previsto anche un progetto nuovo per lo stadio, da costruire senza chiedere "sforzi" economici al Comune. Se, comunque, il tavolo dovesse saltare Santopadre si è dichiarato pronto a rilanciare la propria gestione, seguendo la politica tradizionale: un bilancio sotto controllo, cessioni per ringiovanire la rosa ed abbassare il tetto dei compensi, acquisti mirati di elementi promettenti.