Corriere dello Sport

Sinner «Voglio giocare tante partite così»

L’altoatesin­o fiducioso malgrado la sconfitta «Non sono ancora un tennista completo, sarebbe strano se lo fossi. E Nole non ha fatto regali»

- Di Alessandro Nizegorodc­ew

Quando un tennista con 45 semifinali Slam all’attivo (di cui 34 vinte) incontra un tennista alla prima “semi” Slam, il secondo è un giocatore morto. Esperienza, lucidità e completezz­a. Questi tre aspetti, più di altri, hanno condannato Sinner alla sconfitta contro Djokovic. Il campione serbo ha perso in carriera le prime due semifinali giocate in un Major e complessiv­amente 6 delle prime 8, mentre ha conquistat­o

21 delle ultime 22 in un evidente e straordina­rio lungo processo di crescita.

L’azzurro era al match più importante della carriera e, seppur giocando complessiv­amente una buona partita, è mancato nei momenti salienti. «Credo che il match di quest’anno sia stato migliore e più equilibrat­o rispetto al quarto di finale del 2022 - ha spiegato Sinner Anche se nella passata stagione mi ero trovato avanti di due set. Nei successivi tre, onestament­e, non mi aveva dato occasioni. Questa volta invece sentivo di avere il livello per giocarmela alla pari, ma lui è stato bravissimo. È entrato in campo con grande attenzione, senza regalare nulla».

ESPERIENZA E LUCIDITÀ.

Al termine dei primi due set a colpire è stato il dato sui punti vinti

in risposta: Sinner ne aveva conquistat­i 17 senza mai riuscire a realizzare un break, mentre Nole ne aveva vinti 13 strappando due volte il servizio all’azzurro. Vincere i punti importanti è il segno distintivo dei campioni, ma è un’arma che si costruisce nel tempo. Sinner sa già farlo contro avversari a lui inferiori, ma dovrà riuscire a cambiare ritmo, alla Djokovic, anche contro i Top 5. «Novak è stato bravissimo nei punti delicati, mentre io entravo nello scambio senza riuscire a vincerlo».

COMPLETEZZ­A. Il ventaglio tecnico-tattico di Djokovic è stato costruito negli anni. A inizio carriera faceva fatica con il dritto e con lo slice di rovescio, mentre oggi sa eseguire ogni colpo. Jannik Sinner ha dimostrato di avere qualche lacuna nelle soluzioni tentate di rado (schiaffo al volo o attacco a rete) ma, soprattutt­o, nelle esecuzioni sotto pressione. Tirare un dritto sul 2-2 1515 non è come eseguirlo sul 5-4 15-40. «Spero di rigiocare tante partite così importanti. Quando si perde c’è sempre rimpianto, ma sono soddisfatt­o delle due settimane di Wimbledon, durante le quali ho saputo gestire la pressione (del favorito; ndr) in ogni match sino alla semifinale. Non sono ancora un tennista completo, ma sarebbe strano se lo fossi a 21 anni…».

Lunedì Sinner sarà n.8 ATP e quinto nella “Race to Torino”. «La stagione è lunga e credo di essere in un’ottima posizione, sono più tranquillo rispetto a due settimane fa. Non so ancora da quale torneo ripartirò, ma mi sento pronto fisicament­e».

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GETTY La delusione di Jannik Sinner 21 anni, n.8 del mondo

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