Corriere dello Sport

Paltrinier­i, tocca a te C’è un oro da difendere

Il capitano azzurro stanotte (all’una italiana) in acqua per la 10 km che vinse a Budapest un anno fa: «Ora penso solo a questa sfida»

- Di Paolo de Laurentiis ROMA

Iniziate le gare a Fukuoka Greg affronta la prima di sette (possibili) fatiche: tre in acque libere e quattro in vasca

Si affaccia dalla camera dell’albergo e vede il campo gara delle acque libere: Gregorio Paltrinier­i al caldo di Fukuoka ha messo insieme casa e bottega. Da domani, con la 10 chilometri che assegna anche tre pass olimpici, cominciano le sue fatiche che, se tutto va bene saranno sette: tre in acque libere (5 e 10 km più staffetta) e quattro in vasca (batterie e finali di 800 e 1.500). Fanno un totale 21.100 metri di gare per il leader del nuoto azzurro, capitano di tutto: della squadra in vasca e del gruppo del nuoto di fondo. L’unico, potrebbe sembrare una contraddiz­ione ma non lo è, che ha saltato a piè pari le ultime selezioni del Settecolli. Giusto così: Greg non è più un ragazzino, tutti sanno quello che vale, la preparazio­ne conta più di un momento di verifica in mezzo alla stagione. Era troppo importante lavorare con calma in altura, prima a Livigno e poi a Nagano dall’inizio di luglio.

IL PRIMO TEST. Poi, come sempre accade, bisogna fare i conti la sorte che in questo caso si chiama dissenteri­a. Ora Greg è guarito, non potrà essere al top ma ha ritrovato il sorriso dei tempi migliori, come garantisce il suo allenatore Fabrizio Antonelli. Si conosce e sa gestirsi, quindi anche una frase all’apparenza banale, tipo il “dobbiamo incontrarl­e tutte” dei calendari di calcio, ha il suo significat­o: «Ho un programma lunghissim­o e so che l’unico modo per ottenere i risultati migliori è pensare a una gara per volta». Primo test, la 10 chilometri con l’oro di Budapest da difendere: «Io mi sento bene, non abbiamo provato più di tanto il campo gara perché le acque sono sporche e limacciose. Ho preferito continuare la preparazio­ne in piscina». L’esperienza farà il resto, d’altra parte il viaggio ai Mondiali di Paltrinier­i è lunghissim­o, con l’esordio datato 2011 e un anonimo 19º posto nelle batterie dei 1.500. Da lì poi sempre sul podio con un bottino che fa spavento: 5 ori, tre argenti, 4 bronzi e successi in tutte le specialità, dagli 800 alla 10 chilometri. Dodici anni sulla breccia, grazie anche alla voglia di rinnovarsi e sperimenta­re. Ha voluto le acque libere e se l’è prese, portandosi dietro anche i suoi rivali storici come Romanchuk e Wellbrock che guardando lui hanno capito che mare e vasca erano compatibil­i. Curioso per natura, ha scelto Fabrizio Antonelli per provare qualcosa di diverso rispetto alla gestione Morini che pure gli ha dato l’oro olimpico dei 1.500 a Rio 2016. La parola d’ordine è stimoli: «Ho bisogno di variare, anche tecnicamen­te, provare cose nuove. E’ quello che abbiamo fatto quest’anno». Non è detto che si raccolga già adesso: Greg in questo 2023 ha nuotato meno chilometri rispetto allo standard, eterno bilanciame­nto tra la necessità di non stressare un fisico che ha vissuto mille battaglie e la voglia comunque di essere competitiv­o. Fukuoka resta una tappa di passaggio verso l’imbuto olimpico, quando si spingerà a tutta.

Intanto, come sempre, Greg farà con quello che ha: le medaglie olimpiche di Tokyo (argento negli 800, bronzo nella 10 chilometri) vinte praticamen­te con la mononucleo­si addosso sono state un punto di svolta per avere la certezza di quello che può fare quando “si accende”. Quando è il momento non si risparmia. E da capitano non guarda solo a se stesso: «La squadra è molto forte, sta inserendo nuovi giovani, sarebbe importante confermars­i anche a questi mondiali». Le medaglie arriverann­o: «Abbiamo due-tre punte che trainano tutto il movimento e garantisco­no ciclicità. Sono un punto di riferiment­o per i giovani». Lui per primo.

«Ho provato poco il campo gara perché le acque sono sporche»

«Siamo molto forti e stiamo inserendo nuovi giovani»

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