«Ci vuole il Settebello perfetto»
L’Italia della pallanuoto è pronta ad affrontare la Francia all’esordio Campagna: «Se restiamo concentrati, umili e coesi nessuno ci può fermare»
Iconti li fa con le dita, e alla fine viene fuori che tra quando giocava e oggi, che fa il ct, questo che sta per cominciare a Fukuoka è il mondiale numero sedici della sua vita. A 60 anni Sandro Campagna è sempre lui. «Più o meno - sorride -, però affronto tutto con più saggezza, con più razionalità». Bugiardo. Ma a fin di bene. Campagna bisognava vederlo dopo la sconfitta contro la Spagna in World Cup. Si era chiuso, arrabbiato, analizzato. «E’ stata una brutta partita da parte nostra, al di sotto delle nostre possibilità». Il Settebello ha resettato, e anche Campagna. E adesso l’Italia della pallanuoto è pronta per affrontare la Francia (il 17, ore 6.30 italiane) all’esordio Mondiale.
Campagna, che Mondiale sarà?
«Molto equilibrato. Con quattro o cinque squadre che hanno qualcosa in più delle altre. Quelle che vengono dietro però sono pericolosissime. Non bisogna mai sottovalutare nessuno».
Il livello si è alzato? «Ormai è un dato di fatto. Ci sono nove squadre che se le incontri può succedere di tutto. E non c’è una squadra imbattibile come la Serbia qualche anno fa. Ora c’è la Spagna».
C’è una ragione?
«La continuità che dura da sei, sette anni. Però non c’è nessuno di imbattibile. Se siamo concentrati, umili, determinati e coesi sappiamo che nessuno ci può fermare».
Come vive questo dualismo con la Spagna?
«Se arrivano in finale significa che hanno qualcosa in più. E così anche noi. Non sarebbe male arrivare per il terzo anno in finale contro di loro. Vorrebbe dire che ci siamo qualificati per le Olimpiadi. Vediamo. Intanto arriviamoci».
Che cos'ha la Spagna in più di noi?
«Il fatto che giocano insieme da tanti anni, c’è un gruppo consolidato, una squadra che ha più automatismi rodati. Si capiscono mezzo secondo prima degli altri. Questo per me è il dato più importante».
E il Settebello più di loro?
«Il nostro è un gioco difficile, ci vuole molta testa, è fatto di tantissime variabili. Quando lo facciamo bene gli avversari fanno molta fatica, mentre quando siamo imperfetti siamo più leggibili. Il nostro è un gioco molto articolato, è difficile da fare ma risulta complesso da leggere. Ci vuole un’Italia perfetta».
Il girone è facile?
«No, è un girone trabocchetto, con l’esordio contro la Francia che non è una partita scontata. Dobbiamo avere capacità di sofferenza, sarà una partita sporca, una battaglia. Le altre due, contro Canada e Cina, sono un po’ più in discesa. Se vinci la prima».
Al ritorno dagli Usa su cosa ha lavorato?
«Abbiamo drizzato le antenne, quando perdi in quel modo capisci dove devi crescere sia individualmente sia di squadra. Sono stati due giorni interessanti quelli dopo, abbiamo lavorato molto sul piano del gioco. Per noi allenatori il riposo non c’è. Ma la sconfitta ti permette di analizzare tutto in modo molto più profondo».
Si aspetta il salto di qualità da qualcuno dei suoi azzurri?
«Noi abbiamo bisogno di giocare di squadra, il nostro leader è il gioco. Quando il collettivo si esprime bene possono venire fuori a turno tutti quanti. Dobbiamo portare al meglio tutti i giocatori nella seconda settimana. C’è qualcuno un po’ più dietro di altri. Ma c’è tempo di recuperare».©RIPRODUZIONE
«Contro i francesi sarà una battaglia Vedo un Mondiale molto equilibrato»