«Se non guidi una Ducati oggi fatichi ovunque»
Il Mondiale sul Santerno il turco è l’anti Rosse Razgatlioglu: «Dominano qui e in MotoGP, come Verstappen in Formula 1. Non è divertente»
La verità più grande, e al tempo stesso scontata, Toprak Razgatlioglu la offre nella sua ultima frase prima di tornare nel box a lavorare con gli ingegneri, in vista di un sabato che può offrigli il primo successo stagionale in una manche “lunga”. «Sorpassare all’ultima curva, la Variante Bassa, è meno facile di quanto possa sembrare, ma se sarò in lotta con qualcuno, ci proverò».
È il manifesto del 26enne turco della Yamaha, che con la sua guida funambolica - da figlio di uno stuntman - e le staccate profondissime ha conquistato gli appassionati del Mondiale delle Superbike. Il turco vuole rovinare la festa Ducati con quello che sarebbe un vero successo in trasferta, dato che il circuito di Imola dista una cinquantina di chilometri da Borgo Panigale, casa di una Ducati ieri prima con il rientrante Michael Ruben Rinaldi. Ad accrescere la sua aria da guastafeste sono il cerotto da pugile sullo zigomo sinistro («Facendo Enduro, sono finito con la faccia sul manubrio» ammette) e la voglia di raccogliere qualcosa di importante in una stagione in cui il confronto con Alvaro Bautista e la Ducati è stato impari per tutti. Anche per il turco, che pure è stato l’unico a togliere l’imbattibilità allo spagnolo, aggiudicandosi due Superpole Race.
A Imola, dove oggi può cogliere il 100° podio in Superbike, Razgatlioglu conferma di non volersi risparmiare nel presente, pur sapendo che il futuro lo vedrà protagonista altrove. Sulla BMW, per un addio alla Yamaha - ennesimo colpo da digerire per una Casa giapponese quest’anno - maturato anche dopo il passaggio sfumato in MotoGP, complice un test che Toprak non ha ancora metabolizzato. «È stato difficile rimanere concentrati prima dell’annuncio, ora invece posso pensare al presente e alla prima vittoria in una manche lunga».
Si aspettava un dominio così netto di Bautista e della Ducati?
«Dall’anno scorso la Panigale è migliorata tanto, e in parte anche Bautista. Ma ora tutte le Ducati sono forti, e la situazione attuale non credo sia divertente per me e nemmeno per i tifosi. È lo stesso in MotoGP e in Formula 1, dove Verstappen vince e non c’è battaglia».
Quanto conta la moto oggi?
«Secondo me la Dorna dovrebbe porre le moto sullo stesso livello. Ora la Ducati è molto in alto, seguita da KTM e Aprilia in MotoGP. Queste Case si chiedono perché Honda e Yamaha non lavorino per crescere, ma non si possono cambiare le cose in questa situazione. In Superbike, con la Yamaha abbiamo un buon pacchetto, ma io sono sempre al limite: l’anno scorso spingevo meno e vincevo di più».
Nell’odierna Superbike la moto conta più del pilota?
«Sì. Chiunque guidi la Panigale viaggia nelle prime posizioni, mentre abbiamo visto i risultati, differenti, di Bautista con Honda e Ducati...».
Nel 2021 è stato il primo turco a conquistare il titolo Superbike: com’è stata la sua evoluzione?
«Guido meglio dell’anno passato, anche se non mi è possibile vincere. Sto diventando famoso, ma la mia vita non è cambiata. A Misano dovevo correre per andare da un posto all’altro perché c’erano tante persone che volevano fare foto. Mi dispiace, ma se mi fossi fermato non sarei andato più avanti! Ci sono alcuni piloti che sognano di diventare famosi come Valentino Rossi, io sono soltanto un ragazzo normale che si diverte a guidare».
Si rivede nelle difficoltà di Quartararo contro la Ducati e Bagnaia?
«Se non guidi una Ducati oggi fai fatica ovunque. In MotoGP le Case europee stanno lavorando bene, noi in Superbike per fortuna non lottiamo contro KTM e Aprilia, e non ci sono otto Ducati. La MotoGP è quasi una Ducati Cup».
Alle Panigale V4 R hanno tolto 250 giri motore.
«Non cambia granché, continuo a vederle competitive alla stessa maniera. Io, comunque, penso di essere più forte nei settori finali del circuito».
Resterà in Superbike per sempre?
«Se tra due anni non farò il salto, non penserò più al Motomondiale»
«Se dopo il prossimo biennio resterò in questo paddock, metterò la parola fine al capitolo MotoGP».