Piano scudetto Max al lavoro «Diamo tutto»
L’allenatore bianconero guarda avanti con fiducia e si prepara a una stagione in cui avrà soltanto due obiettivi: il campionato e la Coppa Italia «L’anno scorso terzi sul campo Dobbiamo desiderare il massimo e prenderci cose importanti»
«Dobbiamo continuare a lavorare con entusiasmo e con grande voglia. Dobbiamo avere sempre l’ambizione e il desiderio di fare il massimo e di fare cose importanti». L’incitamento di Massimiliano Allegri pronunciato all’alba italiana di ieri a Los Angeles dopo il successo in amichevole sul Milan acquistano un significato ancora maggiore adesso che è arrivata la scure della Uefa che ha certificato l’esclusione della Juve dalle competizioni europee per un anno. Niente Conference League, insomma: ora tutte le energie dovranno essere concentrate su scudetto e coppa Italia. Senza Europa, il calendario dei bianconeri sarà più vuoto: comprenderà al massimo 43 partite, 38 di campionato, più 5 potenziali di coppa Italia se il cammino arriverà fino alla finale. Fino a gennaio 2024, intanto, la Signora sarà impegnata soltanto una volta a settimana tranne un solo turno infrasettimanale il 27 settembre. Si ritorna al passato, quindi, al tempo del basso profilo e dell’assenza di vittorie: l’ultima volta senza Europa per la Juve risale alla stagione 2011-2012. I bianconeri, reduci da due settimi posti, si affidarono ad Antonio Conte ed iniziò la scalata al vertice che ha portato al ciclo di 9 scudetti consecutivi e 19 titoli in dieci anni. Forse questa può essere l’unica lettura che dà speranza al popolo bianconero: fuori da tutto per un nuovo inizio, per tornare vincenti. Prima in Italia per ritornare a recitare un ruolo anche a livello continentale.
BASE. Allegri rilancia: «L’anno scorso siamo arrivati terzi in campionato (al netto della penalizzazione, ndc): c’è una buona base, un buono spirito ma siamo soltanto all’inizio. Vincere aiuta sempre, dobbiamo crescere ancora sul piano tecnico e fisico ma con il Milan abbiamo fatto un buon allenamento». Il tecnico sorride per la buona prova di Chiesa e per il debutto convincente di Weah, che ha preso possesso della fascia destra, come esterno del 3-5-2 e, in 60 minuti in campo, in cui ha offerto un saggio delle sue qualità in velocità e della sua personalità. Per la prima volta può bastare; adesso il lavoro permetterà di completare l’inserimento nei meccanismi della squadra e di migliorare nella fase difensiva. Max applaude: «Timothy ha avuto un buon impatto, è un giocatore valido e sono contento di come sta lavorando».
FISIONOMIA. Non era ancora la vera Juve, in ogni caso, quella che ha affrontato il Milan, un po’ per le assenze - Pogba, ai box chissà ancora per quanto, Rabiot e Fagioli rimasti a Torino a recuperare dagli infortuni, Vlahovic e Perin acciaccati e Rovella tornato in anticipo in Italia per un problema muscolare -, un po’ per le gambe ancora pesanti e un po’ per il mercato. «Bisognerà vedere come sarà la squadra alla fine» conferma Allegri. La fisionomia definitiva sarà determinata infatti dai movimenti, in entrata e, soprattutto, in uscita, che saranno concretizzati nelle prossime settimane e che daranno un volto verosimilmente diverso alla Signora rispetto a quello attuale. E l’assenza dalle coppe, oltre a rappresentare un danno economico e una perdita di appeal, potrebbe anche generare una riflessione sulla posizione di alcuni giocatori. Le cessioni erano già necessarie prima della sentenza per sfoltire il gruppo e fare cassa: da Zakaria a Luca Pellegrini, da Bonucci a Pjaca; ma pure De Winter, Barrenechea, Nicolussi, Soulé, Iling, forse Cambiaso e McKennie. Ora chissà che non si possa accelerare anche su addii eccellenti.
«La base è buona Weah? Giocatore valido, ha avuto un buon impatto»