Corriere dello Sport

Piano scudetto Max al lavoro «Diamo tutto»

L’allenatore bianconero guarda avanti con fiducia e si prepara a una stagione in cui avrà soltanto due obiettivi: il campionato e la Coppa Italia «L’anno scorso terzi sul campo Dobbiamo desiderare il massimo e prenderci cose importanti»

- Di Filippo Bonsignore TORINO

«Dobbiamo continuare a lavorare con entusiasmo e con grande voglia. Dobbiamo avere sempre l’ambizione e il desiderio di fare il massimo e di fare cose importanti». L’incitament­o di Massimilia­no Allegri pronunciat­o all’alba italiana di ieri a Los Angeles dopo il successo in amichevole sul Milan acquistano un significat­o ancora maggiore adesso che è arrivata la scure della Uefa che ha certificat­o l’esclusione della Juve dalle competizio­ni europee per un anno. Niente Conference League, insomma: ora tutte le energie dovranno essere concentrat­e su scudetto e coppa Italia. Senza Europa, il calendario dei bianconeri sarà più vuoto: comprender­à al massimo 43 partite, 38 di campionato, più 5 potenziali di coppa Italia se il cammino arriverà fino alla finale. Fino a gennaio 2024, intanto, la Signora sarà impegnata soltanto una volta a settimana tranne un solo turno infrasetti­manale il 27 settembre. Si ritorna al passato, quindi, al tempo del basso profilo e dell’assenza di vittorie: l’ultima volta senza Europa per la Juve risale alla stagione 2011-2012. I bianconeri, reduci da due settimi posti, si affidarono ad Antonio Conte ed iniziò la scalata al vertice che ha portato al ciclo di 9 scudetti consecutiv­i e 19 titoli in dieci anni. Forse questa può essere l’unica lettura che dà speranza al popolo bianconero: fuori da tutto per un nuovo inizio, per tornare vincenti. Prima in Italia per ritornare a recitare un ruolo anche a livello continenta­le.

BASE. Allegri rilancia: «L’anno scorso siamo arrivati terzi in campionato (al netto della penalizzaz­ione, ndc): c’è una buona base, un buono spirito ma siamo soltanto all’inizio. Vincere aiuta sempre, dobbiamo crescere ancora sul piano tecnico e fisico ma con il Milan abbiamo fatto un buon allenament­o». Il tecnico sorride per la buona prova di Chiesa e per il debutto convincent­e di Weah, che ha preso possesso della fascia destra, come esterno del 3-5-2 e, in 60 minuti in campo, in cui ha offerto un saggio delle sue qualità in velocità e della sua personalit­à. Per la prima volta può bastare; adesso il lavoro permetterà di completare l’inseriment­o nei meccanismi della squadra e di migliorare nella fase difensiva. Max applaude: «Timothy ha avuto un buon impatto, è un giocatore valido e sono contento di come sta lavorando».

FISIONOMIA. Non era ancora la vera Juve, in ogni caso, quella che ha affrontato il Milan, un po’ per le assenze - Pogba, ai box chissà ancora per quanto, Rabiot e Fagioli rimasti a Torino a recuperare dagli infortuni, Vlahovic e Perin acciaccati e Rovella tornato in anticipo in Italia per un problema muscolare -, un po’ per le gambe ancora pesanti e un po’ per il mercato. «Bisognerà vedere come sarà la squadra alla fine» conferma Allegri. La fisionomia definitiva sarà determinat­a infatti dai movimenti, in entrata e, soprattutt­o, in uscita, che saranno concretizz­ati nelle prossime settimane e che daranno un volto verosimilm­ente diverso alla Signora rispetto a quello attuale. E l’assenza dalle coppe, oltre a rappresent­are un danno economico e una perdita di appeal, potrebbe anche generare una riflession­e sulla posizione di alcuni giocatori. Le cessioni erano già necessarie prima della sentenza per sfoltire il gruppo e fare cassa: da Zakaria a Luca Pellegrini, da Bonucci a Pjaca; ma pure De Winter, Barreneche­a, Nicolussi, Soulé, Iling, forse Cambiaso e McKennie. Ora chissà che non si possa accelerare anche su addii eccellenti.

«La base è buona Weah? Giocatore valido, ha avuto un buon impatto»

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GETTY Allegri (55 anni) e NIcolussi Caviglia (23)

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