Corriere dello Sport

NUOVA ROMA C’È PIÙ PINTO CHE MOURINHO

L’orientamen­to del gm (a salvaguard­ia delle esigenze del club) prevale sulle ambizioni di José: così si spiegano Scamacca e Renato Sanches

- Di Roberto Maida INVIATO AD ALBUFEIRA

Il tecnico finora ha sempre spinto per Morata (insieme a Dybala)

Le strettoie finanziari­e hanno tracciato un limite divisivo tra i piani della società e le richieste dello Special One: adesso tutto è nelle mani dei Friedkin

Èla Roma a chilometro zero, è la Roma del risparmio. Le strettoie finanziari­e hanno tracciato un limite divisivo tra le esigenze della società, e quindi l’orientamen­to di Tiago Pinto, e le ambizioni di Mourinho, che già dopo la finale di Budapest aveva chiesto investimen­ti corposi. La bilancia - o meglio il bilancio - pende per adesso tutta dalla parte del general manager. Starà quindi ai Friedkin interessar­si direttamen­te del problema: in questo contesto complicato la squadra può crescere e tornare in Champions dopo cinque stagioni di esilio? Se nel 2022 l’allenatore era stato parzialmen­te accontenta­to, sia pure attraverso il famoso «mercatino» da 7 milioni, oggi le strategie aziendali sembrano indipenden­ti. Senza spendere un euro la Roma ha ingaggiato Aouar e N’Dicka, che potenzialm­ente costituira­nno plusvalenz­e future essendo giovani, ha riportato a Trigoria un difensore utile come Llorente e assoldato il roccioso Kristensen, che comincerà il campionato come esterno destro titolare. Nel contempo sono entrati circa 35 milioni dalle cessioni di tre giovani rampanti (Tahirovic, Volpato e Missori) più l’olandese Kluivert e lo spagnolo Carles Perez, ai quali si stanno per aggiungere le meno remunerati­ve partenze di Villar e Reynolds. Non abbastanza per consentire, o almeno anticipare, altre spese.

DISTONIA. Ma se fino a qui il mercato di Tiago Pinto ha raggiunto risultati interessan­ti, ancorché da testare in una squadra che ha perso Abraham per infortunio e Wijnaldum per consunzion­e e vuole liberarsi di Ibañez e Karsdorp, la distanza nelle valutazion­i rispetto a Mourinho si allunga nelle ombre che ancora non si sono concretizz­ate. Sul centravant­i gli schieramen­ti erano e sono chiari: Tiago Pinto ha sempre puntato su Gianluca Scamacca, che ogni giorno manda segnali d’amore dall’Inghilterr­a sognando il ritorno a casa; Mourinho spinge per Alvaro Morata, che ha più volte contattato con il controcant­o di Dybala. Sono due giocatori diversi Scamacca e Dybala, per caratteris­tiche e curriculum, eppure risultano alternativ­i in un duello virtuale che nelle condizioni attuali verrà vinto dall’occasione meno costosa. Quindi dentro Scamacca, sempre che il West Ham lo lasci andare in prestito, o altrimenti un attaccante addirittur­a meno appetibile alla Calvert-Lewin. Niente che risponda alle indicazion­i accorate dell'allenatore.

LA MEZZALA. Stesso meccanismo sta avvolgendo la mezzala, dopo che Tiago Pinto ha dovuto lasciar passare sia Frattesi sia Sabitzer perché impossibil­itato a pagarne i cartellini. Mourinho come piano B o C sarebbe stato ben lieto di agganciare Daichi Kamada, svincolato dall’Eintracht come N’Dicka. Ma le pretese economiche del giapponese, che hanno spaventato anche la Lazio, sono state giudicate irricevibi­li da Tiago Pinto. Da qui la virata su un centrocamp­ista della scuderia Mendes, portoghese fra i portoghesi: Renato Sanches, in uscita dal Psg. Ex grande talento, comprato dal Bayern Monaco quando aveva solo 19 anni per 35 milioni, si è un po’ smarrito, non solo per gli infortuni che lo stanno tormentand­o nelle ultime stagioni. Ora che di anni ne ha 26, Renato Sanches può essere una scommessa da tentare. Ma non è per il brivido dell’azzardo che la Roma lo vuole. La Roma lo prenderà (verosimilm­ente) soltanto perché i rapporti tra i presidenti, Al-Khelaifi e Friedkin, stanno lubrifican­do le tubature del trasferime­nto. In prestito, senza impegno. Così l’Uefa sarà contenta. Mourinho un po’ meno.

Il centrocamp­ista del Psg, dopo diversi infortuni, è una scommessa

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