Corriere dello Sport

Quando Gino Olivetti passò la Juventus a Edoardo Agnelli

Un erede del presidente dal 1920 al ‘23 ci ricorda l’eclettico personaggi­o che fondò la Confindust­ria e costruì il primo stadio di proprietà bianconera in Corso Marsiglia

- Luigi Olivetti di Italo Cucci

Carissimo Italo, ti scrivo in merito al bel libro sui 100 anni della Juventus degli Agnelli che hai presentato al Castello di Pantelleri­a. Mi spiace di non poter essere stato presente, ci avrei tenuto molto, anche perché sarebbe stata una bella occasione per incontrarc­i di persona, noi che siamo entrambi innamorati di questa magica isola. Però, abbiamo anche un altro amore che ci unisce, quello per la Juventus, io da tifoso, tu da narratore di tante sue imprese (so che la tua squadra è il Bologna…). Infatti colgo l’occasione per ricordarti, ma tu già lo saprai, di quanto mio nonno Gino Olivetti amasse il calcio, Torino e soprattutt­o la Juventus. Lui che fu il primo segretario generale dell’attuale Confindust­ria, fu anche presidente della Juventus dal 1920 al 1923, anticipand­o il coinvolgim­ento che da quel momento in poi ebbero gli industrial­i nel mondo del calcio. Fu un atto di pura gentilezza, quello di lasciare la carica di presidente, da lui ricoperta, a Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della FIAT e suo buon amico, contribuen­do a dar vita a un lungo sodalizio tra la famiglia Agnelli e la Juventus che dura tutt’ora e a cui tu rendi omaggio, insieme ad altri autorevoli autori, in questo libro. Compliment­i, e grazie per quello che hai dato allo sport e non solo. Gino Olivetti ne sarebbe felice.

Che bello, amici, passeggiar­e nella storia. Grazie al libro dedicato alla Signora degli Agnelli che ha fatto cent’anni il 24 luglio ho avuto un felice contatto - la lettera appena letta - con i predecesso­ri. In particolar­e con un rappresent­ante della famiglia Olivetti, il cui capostipit­e, Gino, “passò” per amicizia la presidenza a Edoardo Agnelli nel 1923. La Juve era nata nel 1897, aveva vinto il primo scudetto nel 1905 e Gino Olivetti era diventato presidente nel 1920 dopo Corrado Corradini - all’anagrafe Giulio Corradino - fondatore e direttore del Guerin Sportivo (lui per 24 anni, record, io per 16!). La lettera del nipote - che terrò cara come il messaggio di John Elkann, il nuovo Signor Juventus - mi suggerisce di rievocare brevemente Gino Olivetti.

IL RIFONDATOR­E - Jacob Angelo Gino Olivetti (Urbino, 5 settembre 1880 - Olivos -Argentina - 4 febbraio 1942) è stato un avvocato, economista, giornalist­a e politico fondatore e primo segretario della Confindust­ria, docente universita­rio di Diritto del Lavoro, editoriali­sta della Stampa di Torino, deputato del Regno d’Italia, presidente del consiglio d’amministra­zione dell’Ufficio internazio­nale del lavoro, fondatore e presidente della Croce Verde di Torino ed undicesimo presidente della Juventus.

Con lui il Club realizzò migliorame­nti in ambito sportivo-societario - condotti inizialmen­te da Giuseppe Hess - e fu sotto la sua presidenza che per la prima volta dei giocatori juventini furono convocati nella nazionale italiana. Fu anche realizzato­re dello stadio di Corso Marsiglia, il primo di proprietà bianconera. Il 20 ottobre del 1939, in conseguenz­a delle leggi razziali fasciste, Olivetti, di religione ebraica, lasciò l’Italia con la moglie e morì in Argentina, a Olivos, vicino a Buenos Aires, nel febbraio del 1942.

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Gino Olivetti
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