Corriere dello Sport

URAGANO VIOLA GIOCO E GOL

Fiorentina travolgent­e in casa del Genoa dell’ex Gilardino Biraghi, Bonaventur­a, Gonzalez, si scatenano in 35’, poi Mandragora Beltran e Infantino: esordio nel finale

- Di Alberto Polverosi ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dominio totale, assoluto, perfino imbarazzan­te. Ottanta minuti di calcio splendido a Marassi, quattro gol dentro una manovra che era una bellezza, con un centravant­i vero, un regista vero, con una straordina­ria qualità di gioco e idee. E’ stata una grande Fiorentina che per meritare solo compliment­i avrebbe però avuto bisogno di un avversario. Ecco, ieri i viola non avevano avversari. Forse l’emozione per il ritorno in A, forse il trauma per il primo gol preso dopo 5 minuti o forse, più sempliceme­nte ha sbagliato partita, di sicuro il Genoa non era presente a se stesso.

SPETTACOLO VIOLA.

La Fiorentina ha cominciato a demolirlo dai primi battiti della gara, alzando difesa e pressing, recuperand­o palla nella metà campo genoana e puntando con forza e cattiveria la porta dell’incerto Martinez. Il primo gol è stato un capolavoro di Biraghi: attacco a sinistra, scambio con Nzola con un movimento a uscire dell’attaccante, fuori Biraschi, fuori Bani e di destro, il piede che non usa mai, ha piazzato la palla all’incrocio. Marassi era uno spettacolo, ribolliva di un entusiasmo che non si è raffreddat­o nemmeno dopo quella stifondo lettata, ma la sua squadra non ne era contagiata, era spenta, senza la forza di reagire. Così dopo altri 6 minuti ha preso il secondo gol, altra bella azione dei viola, Brekalo da sinistra verso destra, palla-staffetta a Gonzalez che ha fatto il percorso opposto, botta di sinistro, palo, tap-in di Bonaventur­a. Insistendo con la difesa a cinque, Gilardino ha continuato ad abbassare gli argini e il fiume dei viola ha invaso il campo genoano. Male, malissimo la difesa che ha preso il terzo gol da angolo pennellato da Biraghi e girato in rete di testa da Gonzalez. Al 45', la Fiorentina oltre i tre gol aveva toccato il 69 per cento di possesso palla. Era incontenib­ile.

ANCORA APPLAUSI. Gila ha capito che non poteva andare avanti in quella maniera e a inizio ripresa ha messo la squadra col 4-4-2 (poi cambierà ancora col 4-3-1-2). Ma anche così, con un pizzico di ordine in più, non ce la faceva a reggere il ritmo e la brillantez­za dei viola che hanno segnato il quarto gol in a un’altra azione scintillan­te, conclusa con l’assist di Bonaventur­a per l’inseriment­o, lo stacco di testa e la rete di Mandragora. Con l’ultimo brandello di orgoglio, il Genoa ha segnato con Biraschi, ma è cambiato solo il punteggio, non il senso di una serata disastrosa per la squadra di casa e di grande festa per i viola.

UN’ALTRA SQUADRA. Il mercato ha cambiato il volto della Fiorentina, non è stata rinforzata, Commisso e company hanno fatto proprio un’altra squadra, nonostante che pure quella della stagione scorsa non fosse poi così male (60 partite e due finali...). La presenza di Arthur (ieri lasciato libero di impostare dalla mancanza di marcatura) ha dato logica e continuità alla manovra, così come la presenza di un centravant­i vero, forte fisicament­e, come Nzola: nei rarissimi momenti in cui la Fiorentina si è trovata in difficoltà, ha scaricato la palla sul suo centravant­i ed ha risolto ogni problema. Dietro Milenkovic comandava nel deserto delle punte genoane che, per la loro inconsiste­nza, hanno facilitato anche il debutto da applausi di un ragazzino del 2004, l’eroe della finale della Under 19, Kayode. Il primo passo dei viola non è buono, di più.

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