URAGANO VIOLA GIOCO E GOL
Fiorentina travolgente in casa del Genoa dell’ex Gilardino Biraghi, Bonaventura, Gonzalez, si scatenano in 35’, poi Mandragora Beltran e Infantino: esordio nel finale
Dominio totale, assoluto, perfino imbarazzante. Ottanta minuti di calcio splendido a Marassi, quattro gol dentro una manovra che era una bellezza, con un centravanti vero, un regista vero, con una straordinaria qualità di gioco e idee. E’ stata una grande Fiorentina che per meritare solo complimenti avrebbe però avuto bisogno di un avversario. Ecco, ieri i viola non avevano avversari. Forse l’emozione per il ritorno in A, forse il trauma per il primo gol preso dopo 5 minuti o forse, più semplicemente ha sbagliato partita, di sicuro il Genoa non era presente a se stesso.
SPETTACOLO VIOLA.
La Fiorentina ha cominciato a demolirlo dai primi battiti della gara, alzando difesa e pressing, recuperando palla nella metà campo genoana e puntando con forza e cattiveria la porta dell’incerto Martinez. Il primo gol è stato un capolavoro di Biraghi: attacco a sinistra, scambio con Nzola con un movimento a uscire dell’attaccante, fuori Biraschi, fuori Bani e di destro, il piede che non usa mai, ha piazzato la palla all’incrocio. Marassi era uno spettacolo, ribolliva di un entusiasmo che non si è raffreddato nemmeno dopo quella stifondo lettata, ma la sua squadra non ne era contagiata, era spenta, senza la forza di reagire. Così dopo altri 6 minuti ha preso il secondo gol, altra bella azione dei viola, Brekalo da sinistra verso destra, palla-staffetta a Gonzalez che ha fatto il percorso opposto, botta di sinistro, palo, tap-in di Bonaventura. Insistendo con la difesa a cinque, Gilardino ha continuato ad abbassare gli argini e il fiume dei viola ha invaso il campo genoano. Male, malissimo la difesa che ha preso il terzo gol da angolo pennellato da Biraghi e girato in rete di testa da Gonzalez. Al 45', la Fiorentina oltre i tre gol aveva toccato il 69 per cento di possesso palla. Era incontenibile.
ANCORA APPLAUSI. Gila ha capito che non poteva andare avanti in quella maniera e a inizio ripresa ha messo la squadra col 4-4-2 (poi cambierà ancora col 4-3-1-2). Ma anche così, con un pizzico di ordine in più, non ce la faceva a reggere il ritmo e la brillantezza dei viola che hanno segnato il quarto gol in a un’altra azione scintillante, conclusa con l’assist di Bonaventura per l’inserimento, lo stacco di testa e la rete di Mandragora. Con l’ultimo brandello di orgoglio, il Genoa ha segnato con Biraschi, ma è cambiato solo il punteggio, non il senso di una serata disastrosa per la squadra di casa e di grande festa per i viola.
UN’ALTRA SQUADRA. Il mercato ha cambiato il volto della Fiorentina, non è stata rinforzata, Commisso e company hanno fatto proprio un’altra squadra, nonostante che pure quella della stagione scorsa non fosse poi così male (60 partite e due finali...). La presenza di Arthur (ieri lasciato libero di impostare dalla mancanza di marcatura) ha dato logica e continuità alla manovra, così come la presenza di un centravanti vero, forte fisicamente, come Nzola: nei rarissimi momenti in cui la Fiorentina si è trovata in difficoltà, ha scaricato la palla sul suo centravanti ed ha risolto ogni problema. Dietro Milenkovic comandava nel deserto delle punte genoane che, per la loro inconsistenza, hanno facilitato anche il debutto da applausi di un ragazzino del 2004, l’eroe della finale della Under 19, Kayode. Il primo passo dei viola non è buono, di più.