Corriere dello Sport

Un altro Weah in A: oggi è il giorno

- F.bon.

TORINO - Tutti gli occhi dei tifosi saranno inevitabil­mente sulla fascia destra. Su quel numero 22 che, prevedibil­mente, andrà su e giù ad alta velocità. Tutti gli smartphone saranno puntati su Timothy Weah, il volto nuovo della Juve che vuole rinascere. L’unico colpo di mercato, in verità, di un’estate che ha visto il club bianconero operare necessaria­mente con oculatezza, senza fuochi d’artificio. L’unica mossa in entrata, così, riguarda proprio il figlio del grande George, prelevato dal Lille ad una cifra sostenibil­e (11,3 milioni più 2,3 milioni) con un compito tutt’altro che semplice. Raccoglier­e l’eredità di Juan Cuadrado, uno che è stato un fattore fondamenta­le nel ciclo vincente della Juve dell’ultimo decennio. Una bella responsabi­lità, insomma, che il giovane statuniten­se ha dimostrato di non patire fin dai primi collaudi estivi negli Stati Uniti, in cui è stato uno dei più convincent­i e non soltanto per la rete al Real Madrid. La corsia destra dello scacchiere bianconero ha quindi trovato in fretta un nuovo padrone. Timo, come lo chiamano tutti, è apparso subito inserito nel contesti, calato nella parte, per nulla condiziona­to dalla pressione. Una velocità di adattament­o che ha sorpreso ma che ha confermato la bontà dell’acquisto; non hanno certo stupito le qualità, che già si conoscevan­o.

FINO IN LIBERIA. Adesso è arrivata la grande notte del debutto in serie A, dove papà George ha scritto la storia con la maglia del Milan. E certamente l’attesa si allungherà fino in Liberia, stato di cui l’ex centravant­i rossonero ora è presidente, visto che il cuore di Weah senior ha sempre battuto per la Juve. La curiosità è tanta perché Timothy ha già dato un saggio delle sue doti, tra accelerazi­oni, con e senza palla, assist e gol. Le prove generali le ha già fatte con la rete al Real Madrid, che è un po’ lo specchio di ciò che Allegri chiede agli esterni. Ovvero

di accompagna­re l’azione che si svolge sul lato opposto per poi andare a chiuderla sul secondo palo o a centro area. Ma c’è tanto altro che il ragazzo può garantire ad Allegri, grazie alla duttilità che gli permette di coprire più ruoli. Sarà il punto fermo sulla destra, da laterale del 3-5-2 ma può agire anche da esterno offensivo nel tridente e terzino nel 4-3-3, dove ha giocato nell’ultima stagione. Non è un bomber di razza (14 reti nei club e 4 in Nazionale Usa finora), così si dedica ad altro. D’altra parte si è già immaginato la sua prima volta in Italia: «Mi piacerebbe fare subito un assist per i miei compagni». Allegri spera che la previsione diventi subito realtà.

Tuttto pronto per il debutto dello statuniten­se erede di Cuadrado

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GETTY Timothy Weah (23 anni)

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