Sarri frena: «Champions? Al limite, come un anno fa»
«Sarà difficile ripetersi, non tutte andranno così avanti in Europa Lazio migliorata nella rosa, negli undici non so. Lo dirà il campo»
Uno show, il solito Mau verso il debutto di Lecce nella prima conferenza dopo tre mesi di silenzio
Scoppiettante, forse troppo, fiaccato dalle attese e dagli slalom di Lotito, il solito Sarri. Quasi uno show, contestando il mercato aperto quando sta per scattare il campionato, i calendari della Lega (un classico) e abbassando il gas solo alla fine. Dice il contrario, ma forse anche il tecnico della Lazio ha sofferto il silenzio da fine stagione (4 giugno) a ieri, interrotto solo da un’esclusiva concessa a Sportitalia (complimenti) che fece inquietare e non poco Lotito per la raffica di nomi diventati obiettivi ancora più complicati da raggiungere sul mercato. Così è bastato poco per innescarne la reazione, anche perché la Lazio è la stessa del secondo posto (senza il Milinkovic meno convincente degli ultimi otto anni) e ha aggiunto cinque acquisti interessanti: Castellanos, Kamada, Isaksen, Rovella e Pellegrini. E’ almeno più completa o forse ancora migliorabile sino al primo settembre. «Se a 24 ore dalla partita mi metto a parlare di mercato... E’ uno scandalo sia aperto a stagione iniziata, così come è uno scandalo che si riapra a gennaio. In Italia ci si lamenta che i mercanti hanno in mano il calcio mondiale, ma che leggi abbiamo fatto per evitarlo? Ora dura il triplo di trent’anni fa. Torniamo al mercato di dieci giorni e vedrete che i procuratori conteranno meno. Mi girano i coglioni se qualche giocatore domani può essere con la testa altrove e io non avevo mai sentito le cazzate ascoltate o lette durante l’estate, quelle che riguardano me erano bufale al 75%. Giochiamo a Lecce, dove abbiamo perso l’anno scorso. Ai giocatori devo dare altri messaggi. Per il mercato chiamate Lotito e Fabiani». Mica male come inizio.
VALORI. Sarri, non lo negherà, ha attraversato un’estate complicatissima. «Può cambiare un personaggio o due ma le caratterisiche del club sono le stesse, catena di comando corta, proprietà in mano a una famiglia, non a un fondo internazionale. Io mi ritengo un organizzatore di squadre, mi serve tempo, ho i miei pregi e i miei difetti». Più complicato delineare i valori della Serie A, se la Lazio è cresciuta, gli obiettivi. «Il campionato è difficile, ci sono squadre più attrezzate di noi, l’anno scorso abbiamo beneficiato degli sforzi di alcune concorrenti in Champions, sarà difficile ripetersi. Ci sono sulla carta le stesse difficoltà». Rispetto alla passata stagione, Mau almeno non ha definito un miracolo l’eventuale ingresso tra le prime quattro. «Penso che i valori siano in linea con l’anno scorso, dobbiamo fare qualcosa ai limiti delle nostre potenzialità per lottare per la Champions». Ecco la chiave, portare la macchina al top. Dovrà accelera
re gli inserimenti e la crescita di giocatori non ancora pronti per motivi fisici. «A livello di rosa siamo migliorati, negli undici è da vedere. Lo stabilirà il campo». Lo stesso che aveva proiettato la Lazio al secondo posto ma Sarri, come ogni allenatore, è abituato a precostitursi l’alibi o, diciamo, sottolineare le complicazioni. «La scorsa estate nessuno ci aveva inserito tra le prime sette».
IN SALITA. Così la polemica è scivolata sul calendario, non agevole delle prime giornate. «A livello di energie, giocando il martedì o il mercoledì, la Champions sarà più semplice, non so dal punto di vista nervoso. Poi vedo il calendario che hanno fatto alla Lazio e mi chiedo: nelle prime quattro trasferte tre sono con Napoli, Juve e Milan... E’ praticamente impossibile dal punto di vista statistico, penso non sia casuale. Mi sembra incredibile che una squadra arrivata seconda incontri subito fuori casa tre piazzate tra le prime cinque l’anno scorso». La Lazio entra nella stagione del cinquantesimo anniversario dello scudetto di Maestrelli. «Difficile raccontare certi personaggi, chi ha vissuto la Lazio sa cosa ha rappresentato quella squadra e quell’allenatore. Sono storie e successi con un fascino superiore, come a Napoli. Quando le vivi in modo così intenso, ti restano impresse per tutta la vita». Chissà, forse il suo sogno prima di chiudere con un mondo del calcio in cui non si riconosce più.
«In trasferta subito con Napoli, Juve e Milan. Penso non sia casuale»