Jacobs avanti senza squilli «Migliorerò»
L’azzurro in batteria fa segnare un anonimo 10”21: «Devo mettermi in moto meglio»
L’ora della verità per Marcell Jacobs non ha portato cenere e carbone. Ma c’è poco da stare allegri per le semifinali di oggi e chissà anche per la finale: non basterà una notte a trasformare il sogno in realtà.
Dopo due mesi dall'ultima e unica uscita sui 100 a Parigi con un anonimo 10”21, il bicampione olimpico di Tokyo ha superato tra mille apprensioni il primo ostacolo delle batterie, correndo, senza impressionare, in 10”15. Tanto gli è bastato per centrare la terza piazza utile per accedere alle semifinali di oggi (alle 16.35 con finale alle 19.10). «È stata una partenza pessima, ma era importante esserci ed aver superato la qualificazione dopo tutti i guai e oltre due mesi di inattività», la prima reazione a caldo dopo aver chiuso la 7ª batteria, tra le più lente, che il giapponese Sani Brown si è aggiudicato in 10”07 davanti al giamaicano Watson (10”11).
Per il lungo digiuno, la meccanica di corsa è apparsa ingolfata. «Ha sbagliato anche la posizione ai blocchi e la spinta era legnosa», la critica di un acuto Stefano Tilli. Per l’argento 4x100 alla prima edizione dei Mondiali 40 anni fa «Marcell tirava via i piedi invece di spingere: bene il passaggio alla semifinale ma per una medaglia non ci siamo».
Diciamo che su Marcell si può sospendere il giudizio ancora per 24 ore. Chi più di lui lo merita? Quando dice che «dopo tanti guai e inattività non puoi improvvisare di correre in 9”90 e che tanto c’è ancora da sistemare», lecito essere un po’ magnanimi prima della seconda uscita tra poche ore. Certo mancava la fluidità dei tempi migliori. «Ho fatto una gara di recupero e l’ultima parte non mi è dispiaciuta, ma in semifinale cercherò di mterremi in moto meglio». Anche la batteria dei Mondiali di un anno fa a Eugene andò meglio, quando passò serenamente il turno in 10”04 sulla scia del giamaicano Seville, prima di dare forfait per uno dei soliti infortuni.
Proprio il 22enne Seville ieri ha stampato il crono più veloce delle 7 batterie eguagliando il personale con 9”86. In pole position per il podio anche i soliti nomi noti: il sudafricano Simbine con 9”97, il britannico Hughes (10”00 in spensieratezza) e soprattutto lo statunitense Lyles con 9”95, candidato al titolo anche dei 200. Si è nascosto invece Kerley, il campione in carica: 9”99 sulla scia di Seville. Il 10”15 di Jacobs è stato il 19° tempo tra i promossi, con sei scesi sotto i 10”. E oggi bisognerà correre sotto questo limite per aspirare a una delle 8 corsie della finale.
«Le batterie sono sempre un'incognita – ha raccontato Kerley che è stato insidiato da Seville al termine di una batteria che ha visto ben 3 false – Io e Lyles siamo i favori, ma non c’è storia su chi vincerà: qualsiasi tempo lui farà io sarò sempre più veloce di lui». E se l'exploit di Seville segnasse il primo verso verso un’altra era Bolt? Non la pensa così Lyles: «In finale saranno fuochi d'artificio, per me era solo un riscaldamento la batteria».
Nella seconda batteria dominata dallo statunitense, campione uscente dei 200, aveva fatto capolino fino ai 60 metri il toscano Ceccarelli: ottima partenza e tenuta fino ai 50, quando era ancora in piena zona qualificazione. Poi la sua azione si è spenta e ha chiuso 4° in 10”26.
Oggi si correranno tre semifinali: promossi i primi due più i due tempi più veloci. Jacobs è nella prima, con al fianco destro Lyles e il keniota Omanyala (ieri 9”97). Come dire che dovrà correre forte, sotto i 10 secondi. Tra i semifinalisti ritroviamo anche Archibal della Guayana con 10”20, in evidenza già in mattina nel turno preliminare delle “schiappe”, in cui si era fatto notare anche tale Tauro Tianon delle Isole Kiribati, il più lento in 12”00. Ha dedicato la sua corsa al suo Paese, condannato a essere sommerso dalle acque del Pacifico.
Di Seville il crono più veloce: 9”86 Kerley invece si nasconde