In silenzio per Colaninno
Ventennale esperienza in Piaggio (che dal 2004 controlla l’Aprilia) Rivola: «Ora vinceremo per lui»
Il weekend del Red Bull Ring resterà a lungo nella mente di membri e tifosi di Aprilia, a prescindere dai risultati in gara. Nella mattinata di ieri, infatti, è giunta la notizia della scomparsa di Roberto Colaninno, Presidente del Gruppo Piaggio. Una definizione che non rende il giusto merito alla figura di Colaninno, un gigante dell’industria italiana il cui percorso è stato contraddistinto da nomi come Telecom, Olivetti e Gruppo Piaggio, a capo del quale ha conquistato 32 titoli mondiali vinti in 20 anni.
Oggi Aprilia sfida i colossi di tutto il mondo anche grazie all’acume del suo presidente, che ha voluto gli investimenti sul reparto corse e ha affidato la direzione a Massimo Rivola, che davanti alle telecamere, non è riuscito a trattenere la commozione: «Come sportivi quello che possiamo fare è superare i nostri limiti e vincere. Ci ha voluto qua, ha fatto tutto per noi. Possiamo soltanto ringraziarlo».
Colpiti anche i piloti, come Maverick Viñales, che dopo la prima fila conquistata in qualifica aveva promesso di dare battaglia per lui, salvo poi doversi arrendere alla malasorte ed alla carambola generata da Jorge Martin. Lo stesso Viñales scelto nel 2021 per quell’ultimo step sognato da Colaninno, ossia lottare per il titolo della MotoGP: un obiettivo sempre più vicino, come testimoniato dal successo ottenuto a Silverstone da Aleix Espargaro, che il presidente che aveva compiuto 80 anni mercoledì - si è potuto gustare prima di andarsene.
Ricordato da un minuto di silenzio prima della Sprint, Colaninno ha lasciato una traccia nello sport dopo averlo fatto in tanti settori. La ventennale esperienza al vertice di Piaggio - gruppo che dal 2004 ha assunto il controllo dell’Aprilia - è stata il "secondo tempo" della sua vita imprenditoriale. Il "Primo tempo", come da titolo della sua biografia, fu da manager di fama internazionale. Nato in Puglia era cresciuto a Mantova, dove iniziò dirigendo la Fiaam, azienda di componentistica auto, fondando quindi la Sogefi, poi assorbita dalla Cir. La svolta risale al 1996, con la nomina ad amministratore delegato dell’Olivetti. Colaninno accompagnò l’azienda di Ivrea a una svolta storica, fondando Omnitel, la prima compagnia di telefonia mobile privata e Infostrada, che gestiva la rete fissa in alternativa a Telecom. Venduto questo tesoretto tecnologico per 7 miliardi a Mannesmann, si lanciò con l’Opa su Telecom Italia, privatizzata dal Governo Prodi. Sotto la sua guida, Telecom si rafforzò anche a livello internazionale, estendendo l’attività alla telefonia mobile, alle comunicazioni satellitari e alla TV, con la nascita di La7.