Corriere dello Sport

«Mettiamoci tutta la qualità»

Mazzanti, ct dell’Italia, chiaro: «Serve costanza nelle belle cose Egonu e Antropova? Avanti così»

- Di Francesco Gensini FIRENZE

«Rispetto per tutti, paura di nessuno. Anche perché se avessimo paura sarebbe una preoccupaz­ione che noi invece non ci possiamo permettere. E se ci dicono che siamo i favoriti non mi interessa: mi importa, invece, che riusciamo a mettere tutta la nostra qualità in campo». Adesso si comincia a fare sul serio ed è un “settore” in cui l’Italia di Davide Mazzanti sa disimpegna­rsi molto bene: Firenze, stasera ore 21.15, Palazzo Wanny (non si trova più un biglietto da giorni), Italia-Spagna per gli ottavi di finale. O sei dentro o sei fuori, diceva Laura Morante ad Antonio Catania che non si decideva in “L’amore è eterno finché dura”. Qui non c’è una promessa, qui c’è un Europeo da conquistar­e: Mazzanti e le ragazze azzurre sanno tutto quello che c’è da fare per riuscirci.

SPAGNA DA RISPETTARE.

«La frase si resetta, che a volte diciamo, io penso non sia veritiera. Alla fine - aggiunge Mazzanti - ti porti dietro quello che hai fatto e quindi credo che ci portiamo dietro delle partite in cui abbiamo messo in mostra belle cose, però a volte senza la costanza che volevamo: lo step successivo dev’essere quello». Poi così, netto e deciso, sulla gestione di Paola Egonu ed Ekaterina Antropova da oggi in avanti. «Nulla cambia, proseguiam­o sempre nella stessa maniera».

Sotto con la Spagna. «Preoccupar­si non è un sentimento buono. Ogni squadra ha bisogno di rispetto e alla Spagna bisogna portarlo nel proprio cambio palla che è buono, equilibrat­o. Non hanno un attaccante di riferiment­o, ma attaccano tutta la rete e noi dovremo dare pressione con il nostro break sul loro cambio palla».

ESSERE IL MIGLIORE. Ancora sul concetto fondamenta­le di non resettare quello che è stato con una lettura in chiave psicologic­a su cui il coach azzurro punta molto. «Noi passiamo tanto tempo insieme e abbiamo fatto diventare la palestra il luogo di confronto. Inoltre, dopo ogni allenament­o facciamo una mini intervista alle atlete: è un momento di ascolto totale in cui non diciamo nulla e raccogliam­o soltanto. L’abbiamo introdotto quest’anno e ci ha dato tantissimo: a me ha dato veramente tanto, perché vedi come cambiano le situazioni e sei sempre vicino a quello che stanno vivendo le ragazze. Mettere sul piatto quello che siamo significa affidarsi».

E allora si torna a bomba all’inizio. «Non mi sento favorito. Poi, se ce lo dicono, è una cosa che non mi tocca, non mi dà alcun pensiero: conta non sentirti secondo a nessuno e lavorare per essere il migliore».

OBIETTIVO PRECISO.

La carica di Mazzanti è la stessa di Eleonora Fersino e Marina Lubian. «Dopo un bel percorso - afferma il libero dell’Igor - c’è consapevol­ezza di quello che possiamo fare: sappiamo qual è il nostro valore e qual è il nostro obiettivo. E giocare davanti ai nostri tifosi è una cosa bellissima». Sulla stessa lunghezza d’onda la centrale dell’Imoco.

«Siamo abituate ad avere pressione, sia durante la stagione nei club che in Nazionale, ma è uno stimolo che ci aiuta a fare bene: non vediamo l’ora. Paola ed Ekaterina? Profession­iste di altissimo livello, un enorme valore aggiunto. Ogni tassello della nostra squadra è fondamenta­le e loro sono due di questi tasselli: siamo tutte uguali, ma avere due attaccanti come loro ci dà una grossissim­a mano. E tornare a Firenze mi emoziona: sono arrivata a Scandicci che ero una ragazzina appena uscita dal Club Italia e sono andata via che ero una donna fatta e finita. In tribuna ci saranno i miei genitori e tanti amici di questa città dove ho lasciato un pezzetto di cuore».

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LAPRESSE Paola Egonu, 24 anni, opposto della Nazionale

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