Carica Ferrari Sainz: «Max si può battere»
Lo spagnolo, reduce da un’ottima prova a Zandvoort, annusa l’aria di Monza Carlitos: «Vorrei riuscirci io L’imprevisto esiste anche per lui...». Leclerc guarda al 2024: «La Rossa tutta diversa? Bello»
Aun passo dal Gran Premio d’Italia le prese di posizione attorno alla Ferrari scoppiettano come pop-corn. Alcune parole danno la carica per la corsa, altre motivano in vista del prossimo anno, poi ce ne sono di banali o anche di impertinenti.
L’impertinente, lo diciamo subito, è Lando Norris che canzona le tute speciali rosse nere e gialle della Ferrari, accostandole al marchio McDonald’s. Bisognerebbe spiegargli che quelli sono i tre colori della tradizione Ferrari - non di solo rosso si tratta e il loro impiego affonda le radici nella Le Mans degli anni Settanta. Ma a Norris e al suo sorriso da monello con la fionda si perdona tutto.
LA CARICA. Più importante quanto ha detto Carlos Sainz, spinto anche dal fatto di aver salvato la Ferrari dal naufragio nella disavventura tecnica di Zandvoort: il suo quinto posto difeso con lucida tenacia dagli attacchi di Lewis Hamilton è stato di grande spessore. «C’è ancora la possibilità di vincere una gara in questa stagione e vorrei essere io a farcela - ha detto lo spagnolo - Questa è la mia mentalità: anche negli anni più dominanti di Ferrari, Red Bull e Mercedes, c’era sempre la possibilità che succedesse qualcosa di imprevisto».
E ha ragione Carlitos, ha maledettamente ragione: sperare non si può, si deve. Razionalmente sappiamo che Max Verstappen e la Red Bull non lasceranno spazio agli altri, ma a parte gli slanci del cuore, la stessa ragione ci dice che McLaren nel 1988 rimase a un passo dell’en-plein di vittorie che oggi Red Bull insegue. Chi l’avrebbe mai detto che, proprio a Monza, uno Schlesser avrebbe messo ko Senna che lo stava doppiando a due giri dalla fine, così favorendo la doppietta ferrarista Berger-Alboreto? E senza allontanarsi da Sainz: chi avrebbe detto nel 1998 che suo padre avrebbe perso il suo terzo titolo rompendo il motore a 300 metri dall’arrivo nel campionato? Le cose restano impossibili fino al momento in cui accadono.
Charles Leclerc, come spesso succede, è sintonizzato su altro: «Fantastico sentire che la macchina del 2024 andrà completamente in un’altra direzione tecnica rispetto a questa - così ha commentato le dichiarazioni rese in Olanda dal direttore tecnico Enrico Cardile - Non vedo l’ora di guidarla, perché questa è scorbutica e per cercare di fare i tempi bisogna sempre essere al limite».
E SE IL DRAKE... Il team principal Fred Vasseur invece, intervistato sul sito ufficiale della Formula 1, ha raccontato cosa chiederebbe al Drake se ne avesse la possibilità: «Se Enzo fosse vivo gli domanderei se è orgoglioso di ciò che la Ferrari è oggi. Sono certo che come agonista vorrebbe ottenere risultati migliori e concentrarsi di più sulle prestazioni». Ma sicuro, monsieur.
«Ferrari diceva che la Ferrari migliore è sempre la successiva e credo che questo sia un buon messaggio per l’innovazione e la qualità. Il meglio deve sempre arrivare e a me, come capo della squadra, piace dire che domani dobbiamo fare meglio di oggi, senza attendere il lungo termine».
Infine Benedetto Vigna, l’amministratore delegato dell’azienda nonché vero capo della Scuderia. Richiesto dell’ennesimo parere sull’ipotesi (fantasiosa fin dalla sua origine) dell’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello, ha detto: «Abbiamo Charles e Carlos che fanno un lavoro fantastico. Sono amici e in competizione tra loro, ma la nostra priorità è rendere la macchina più competitiva».
Oggi a Monza ancora parole, e da domani i fatti.
Vasseur: «Il Drake ci chiederebbe di più». Norris che impertinente!