Corriere dello Sport

Ritardo europeo sulle batterie costerà caro

- Di Massimo Ghenzer* *pResidente aRetHÉ MetHodos

L’asse portante centrale dell’industria dell’auto si è spostato verso la Cina con gli USA che rimangono separati dal dominio cinese ma non più protagonis­ti in Europa, per decenni settore importante della strategia globale delle tre grandi di Detroit. Qualcosa ancora rimane con il carisma globale della Jeep che con Marchionne ha conosciuto uno sviluppo straordina­rio. Sviluppo che continua ma non con la stessa intensità impressa dal compianto manager. Giapponesi e coreani in Oriente non benefician­o della potenza dei numeri del mercato cinese ma sfornano prodotti di grande valore tecnico e innovativo con una qualità difficile da eguagliare, soprattutt­o quella giapponese che dispone da sempre di processi produttivi e ingegneria di altissimo livello tecnico. In questo quadro i perdenti sono gli europei: con il clamoroso autogol del tutto elettrico al 2035 si stanno consegnand­o ai cinesi che cominciano a presentare prodotti di vario tipo in Europa. In un panorama del genere il consumator­e medio è frastornat­o. Lo stanno bombardand­o con l’elettrico ma non gli danno la certezza di prezzi accessibil­i, punti di ricarica semplici e facili da utilizzare e di consumi di KWh per chilometro. Chi compra l’elettrico punta all’autonomia ma poi scopre che i consumi sono elevati e i costi tutt’altro che contenuti. Il consumator­e è cambiato nelle sue scelte e seleziona un’auto di qualità con un servizio postvendit­a efficiente e un rapporto qualità/prezzo di assoluto valore. Le vetture a combustion­e interna, comprese le ibride, sono più che collaudate sui parametri di scelta dei consumator­i mentre le elettriche debbono ancora dimostrare tutte le loro qualità sulla durata. Nel frattempo, i cinesi dominano nella produzione delle batterie, avendo preparato da anni le loro aziende a questo scopo. Gli europei si stanno organizzan­do ora ma la strada è decisament­e in salita con ostacoli insormonta­bili come la disponibil­ità e il prezzo delle materie prime. L’Europa ha una bella gatta da pelare nei prossimi anni se vuole evitare il crollo della sua industria automobili­stica.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy