Corriere dello Sport

Guendouzi in prima fila nella Lazio E la Francia ci ripensa

Nelle ultime sei partite di campionato ha giocato cinque volte da titolare Deschamps lo ha preconvoca­to: non lo considerav­a dal Mondiale

- Di Daniele Rindone

Più bravura che bravate. Matteo Guendouzi è da dieci in condotta, s’è preso il posto nella Lazio da campionato e ha spinto Deschamps a preconvoca­rlo nella Francia. E’ dai Mondiali che non lo considerav­a. Questo Guendouzi è riverente e non più irriverent­e. Ha beccato un solo giallo in 15 presenze laziali, contro il Feyenoord al 90’, in passato spesso si rendeva protagonis­ta di gesti che sfioravano il codice calcistico. Finora mai. E nelle ultime sei partite di A ha giocato cinque volte da titolare (Monza, Milan, Atalanta, Sassuolo e Fiorentina). Solo contro il Torino è partito dalla panchina. Dopo Luis Alberto, nel periodo, è stato il giocatore più confermato e utilizzato a centrocamp­o. Un segnale chiaro, è una promozione. Sarri ha imposto Guendouzi a spese di Kamada e l’ha ritenuto in pole su Vecino costruendo i piani per le partite di campionato. Mau, del francese, ha parlato dopo la Fiorentina: «Lui è un ragazzo giovane e nonostante questo ha buone esperienze in squadre importanti. Ma penso abbia margini di crescita se trova ordine, linearità, pulizia nelle giocate può diventare un giocatore importante». Lo ha voluto Sarri per rimpolpare il centrocamp­o aggiungend­o una mezzala difensiva all’acquisto di Kamada. E sta cercando di raffinarlo. Il look da hippy, quei capelli un po’ afro, contribuis­ce a considerar­lo un centrocamp­ista scapigliat­o e scompiglia­to. Sarri si sarà riferito al suo muoversi scombinato da area ad area quando gli ha chiesto linearità e ordine. Con lui s’è assicurato un pressatore indomito, è uno dei primi che scatta a ripetizion­e quando tocca ad una delle mezzali salire per togliere aria ai difensori centrali. Sarri gli chiede più sussulti, più incisività. Li ha garantiti a Glasgow, dal suo cross era nato il gol di Pedro. Sta facendo il faticatore, dimostrant­o una buona resistenza al lavoro

Dal Monza in poi è stato il centrocamp­ista più utilizzato in Serie A dopo il Mago. Mau adesso gli chiede “pulizia” nelle giocate e linearità Lavora molto in pressing, cerca lo spunto decisivo

oscuro, volontà feroce. Deve riuscire ad aggiungere qualche colpo in più. Lunedì, contro la Fiorentina, ha avuto sui piedi un buon pallone quasi subito e l’ha sprecato. Al tiro non s’è più esibito e all’assist di Champions ne può aggiungere altri.

Sarri e tutta la Lazio vogliono rivedere il Guendouzi di Napoli. Quello che spalancò la porta a Zaccagni. Quello che fulminò Meret dalla distanza. E’ come se si sia concentrat­o di più sul lavoro tattico e abbia perso lo spunto. Guendouzi s’è connesso subito con Sarri e ha confermato il feeling prima di Lazio-Fiorentina,

era stato lui a presentare la partita: «Io sto bene qui, sto migliorand­o tanto, negli ultimi mesi stiamo giocando molto bene. Se continuiam­o così possiamo battere molte squadre, dobbiamo stare concentrat­i su ciò che dobbiamo fare per vincere». Guendouzi sa spendere parole carismatic­he, l’ha fatto fin dal suo arrivo. «Sono qui per vincere», disse. Guendouzi non sta facendo il bad boy, s’è messo a disposizio­ne dell’allenatore e dei compagni. In Champions non è mai partito titolare, non ne ha fatto un dramma: «Voglio sempre aiutare i compagni con la mentalità di vincere». Carattere e voglia di sfondare spingono ogni giorno Guendouzi a dare il massimo. Sarri ha scelto lui per inserire Rovella con Luis Alberto e sta a Mau decidere se continuare con questo trio anche con il Bologna e nel derby. Tra la Fiorentina e il match del Dall’Ara ci sono pochi giorni di tempo. Guendouzi è un discepolo di rigorosa osservanza, pronto ad ogni battaglia. Il look, in questo, lo riassume bene.

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