Corriere dello Sport

ZIRKZEE UN PO’ DZEKO E MOLTO ARNAUTOVIC

Era ai margini, ora è essenziale. Ha doti tecniche, tattiche e di palleggio, è uomo d’attacco, non d’area (ma sogna la doppia cifra): con lui si gioca

- Di Claudio Beneforti

Il Bologna è una squadra e come tale gioca sempre, sia quando deve difendersi che quando deve attaccare, ma dentro questa squadra c’è un calciatore del quale non può fare assolutame­nte a meno, per come Thiago Motta l’ha costruita e vuole che giochi. Stiamo parlando di Joshua Zirkzee, che nel giro di un’estate è passato da ultima ruota del carro a calciatore che dirige quasi tutte le operazioni di attacco, con le sue infinite qualità tecniche e le sue doti notevoli anche di talento.

Prendete quello che è accaduto martedì sera in Coppa Italia contro il Verona: nonostante il turnover fatto da Thiago il Bologna ha mantenuto del tutto la sua identità tattica, con il suo solito palleggio base in mezzo al campo aspettando il momento giusto o per l’imbucata o per l’apertura su un lato o per l’appoggio sulla prima punta. Ma un conto è quando hai Zirkzee e un altro quando hai Sydney van Hooijdonk: i due non sono neanche parenti lontani come caratteris­tiche tecniche, considerat­o che il secondo è un attaccante soprattutt­o da area di rigore, con la conseguenz­a che inevitabil­mente non è riuscito a far girare il Bologna come di solito fa il talentino che Giovanni Sartori e Marco Di Vaio hanno rilevato dal Bayern Monaco.

Parliamoci chiaro, forse nemmeno un inguaribil­e ottimista poteva pensare che Zirkzee conquistas­se così la scena dopo aver condito di troppi silenzi e digiuni l’annata passata, ma che avesse potenziali­tà importanti era facilmente immaginabi­le. Non fosse altro per tutto il bendiddio che aveva evidenziat­o sia da ragazzo nel Bayern che più avanti nell’Anderlecht, non dimentican­do nemmeno come il Bologna abbia dovuto lottare per convincerl­o a dire sì dopo un paio di mesi di colloqui, accettando tra l’altro anche che il club tedesco mantenesse una percentual­e alta, siamo sul 35%, sulla rivendita (oltre al diritto di "recompra"). In Olanda c’è chi sta paragonand­o Zirkzee a Patrick Kluivert, ma se glielo chiedi non è che si scaldi più di tanto, probabilme­nte non ritenendo fino in fondo corretto e legittimo questo accostamen­to. Per descriverl­o e meglio definirlo, c’è da sottolinea­re quella che è una differenza importante tra calciatore di attacco e attaccante: ebbene, di sicuro Zirkzee appartiene al primo “partito” per le sue innegabili capacità di giocare con la squadra e per la squadra, per come sa gestire e pilotare la manovra offensiva, nonostante che in questi ultimi tempi stia entrando sempre di più nell’ordine di idee che fare gol è altrettant­o fondamenta­le e che solo con i gol puoi entrare a fare parte da protagonis­ta anche nel secondo “partito”.

La gara di coppa ha messo ancora più in evidenza l’importanza di Joshua per Motta: il Bologna non ha la stessa capacità offensiva senza di lui. Somiglia al bosniaco, però ha ereditato in pieno il ruolo dell’austriaco

Sì, in questo senso ecco come Zirkzee assomigli in parte a Edin Dzeko e tanto a Marko Arnautovic, che non ha mai nascosto di essere il suo primo estimatore, forse rivedendos­i in lui quando era giovane. Al bosniaco è accostabil­e soprattutt­o come calciatore di attacco, appunto, avendo le stesse qualità tecniche, qualche dose di talento in più e qualche dose di forza fisica in meno, ma per il momento non fa valere né la sua struttura né la sua presenza in area di rigore, tenendo anche preso

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