Djokovic, un ritorno da re Medvedev senza misura
Nole troppo forte per Etcheverry Il russo fa il gestaccio al pubblico
Il serbo è in ottima forma: non giocava dalla Davis del 15 settembre
Provocazione o malinteso? «Il dito medio ai tifosi? No, non l'ho fatto. Mi stavo controllato le unghie. Perché dovrei fare questo al bellissimo pubblico di Parigi Bercy?». Daniil Medvedev con un po’ di ironia spegne l’incendio ma continua a dividere. Ami o odi, non ci sono vie di mezzo quando si tratta di lui: il moscovita non lascia indifferenti. Con il pubblico francese a questo giro il rapporto si è incrinato ed è una coincidenza ironica che nel 2020 Daniil abbia vinto proprio l’edizione a porte chiuse del torneo. Mentre l’ex numero 1 del mondo, sconfitto 6-3 6-7(4) 7-6(2) da Grigor Dimitrov, lascia il Centrale subissato di fischi, dagli spalti non sembrano pensare troppo al destino di un evento che dopo quella di Alcaraz incassa un’altra eliminazione eccellente. Nella contesa che regala al bulgaro un posto agli ottavi di finale, la goccia che fa traboccare il vaso nasce da un malinteso. Il gioco si ferma per qualche istante mentre l'arbitro parla. Alla ripresa Dimitrov ha bisogno di qualche istante in più, ma i fischi vanno all'indirizzo del russo che a quel punto si ferma e chiede di non giocare aspettando che la tensione sugli spalti si attenui: «Se lancio la racchetta, vengo fischiato. È normale e non vedo problemi. In questo caso non capisco perché io debba essere fischiato e per questo volevo che smettessero, a costo di non giocare finché non finivano. Poi ho ricevuto un codice e ho pensato 'Voglio davvero essere squalificato?' La risposta è no, quindi sono tornato in campo».
Eliminato dal torneo Medvedev è un fiume in piena: «Ho tanti amici francesi e a diversi di loro non piace molto questo Masters 1000, magari c'è un motivo. Sicuramente mi sono trovato meglio quando ho giocato qui senza pubblico. Forse tra due anni non saremo più qui. Non credo che Parigi perderà la manifestazione, ma ho sentito dire che potrebbe essere ricollocato in un'altra zona della città, non so altro».
Ormai aperto a ogni risultato, le vittorie di Jack Sock e Karen Khachanov nel 2017 e nel 2018 sono solo l'esempio più eclatante di un evento che, a ridosso delle Nitto ATP Finals, convive con un'infelice posizione di calendario. Fino al 2008, quando il Masters si giocava a Shanghai e Madrid ospitava l’altro Masters Series indoor, la programmazione era più omogenea e dopo lo US Open garantiva un mese di tregua ai big.
Il sei volte campione Novak Djokovic ha esordito con un agevole 6-3 6-2 sull'argentino Tomas Martin Etcheverry. In maniera quasi speculare al 2022, quando l’esilio dagli Stati Uniti d’America lo costrinse a saltare gli US Open, il numero 1 del mondo quest’anno ha rinunciato alla tournée asiatica e può affrontare con più energie il rush finale di una stagione lunghissima. Nella scorsa annata fece rodaggio con Tel Aviv e Astana, anche nell'ottica di mettere al sicuro il posto per Torino, questa volta invece l'ultimo match ufficiale risaliva alla Coppa Davis di settembre. Quest’oggi sarà sfida contro l’olandese Griekspoor per Nole. Tsitsipas e Zverev avanzano e muovono un passo quasi decisivo verso le Finals. Il greco ha domato per 6-3 7-6(2) il canadese Auger-Aliassime, fresco di trionfo a Basilea, mentre il teutonico si è aggiudicato con lo score di 6-4 6-7(3) 7-6(5) una maratona da 3 ore e 29 contro Humbert. La lotta per l'ottavo posto è dunque un discorso tra Rune e Hurkacz, con De Minaur e Khachanov obbligati a vincere il torneo per sperare.
Novak Djokovic, 36 anni, non giocava dal 15 settembre
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